Conto corrente e Isee 2019: saldo e giacenza, cosa non va dichiarato

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:23 Autore: Guglielmo Sano

Usare un conto corrente determina anche tutta una serie di conseguenze dal punto di vista fiscale, anche se nel 730 non va indicata la giacenza

Conto corrente
Conto corrente e Isee 2019: saldo e giacenza, cosa non va dichiarato

Isee e conto corrente, cosa non si dichiara


Avere un conto corrente non è indispensabile, infatti, esistono molti modi di depositare e inviare denaro anche senza aprirne uno. Le carte prepagate forniscono un’ ottima alternativa in questo senso. Tuttavia, avere un conto permette di effettuare molte operazioni che le carte prepagate, anche quelle dotate di codice Iban, non consentono. Tra l’ altro, gli istituti bancari ormai offrono una vasta gamma di opzioni per aprire un conto corrente a seconda delle più svariate esigenze.

Conto corrente: l’ anagrafe dei conti correnti

Detto ciò, usare un conto corrente determina anche tutta una serie di conseguenze dal punto di vista fiscale. Innanzitutto, bisogna sottolineare che l’Agenzia delle Entrate ha modo di monitorare con regolarità i flussi riguardanti tutti i conti correnti tramite un’ apposita anagrafe; più preciso chiamare quest’ ultima “ Archivio dei rapporti finanziari” è aggiornata dall’ ente in base ai dati trasmessi dai vari istituti. In pratica, le banche trasmetto all’ Agenzia non solo la giacenza dei conti ma anche i movimenti, sia in entrata che in uscita.

Conto corrente: conto e dichiarazione dei redditi

Detto ciò, nella propria dichiarazione dei redditi non va riportata la giacenza del conto (risulta, però, dall’ Isee); nel 730 semmai vanno indicati tutti i vari redditi che si percepiscono (e che – in teoria – vanno sul conto corrente stesso). Sono esclusi, come è chiaro, gli stipendi dei lavoratori dipendenti visto che a essi sono già state applicate le imposte. Stessa cosa per quanto riguarda gli interessi che si maturano sul conto corrente: è la banca che li versa allo Stato (avendone trattenuto il 20%). Non vanno dichiarati nemmeno i proventi della vendita di oggetti usati e le donazioni, ricevute da genitori e coniuge, fino a un milione di euro; il tetto è posto a 100mila euro per i “ regali” ricevuti da fratelli (se a farli sono altri parenti o persone senza alcun vincolo di parentela le tasse sono pari, rispettivamente, all’8% e al 4%).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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