Israele, ultime notizie: Netanyahu sotto accusa

Pubblicato il 4 Dicembre 2018 alle 16:31 Autore: Michele Mastandrea
Israele, ultime notizie: Netanyahu sotto accusa
Israele, ultime notizie: Netanyahu sotto accusa

Non sono tempi facili per il presidente di Israele Benjamin Netanyahu. Quantomeno dal punto di vista legale. La polizia dello stato mediorientale ne ha infatti raccomandato alla magistratura l’incriminazione.

Il caso in cui è coinvolto Netanyahu implica accuse di corruzione, frode e abuso d’ufficio. Il tutto nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Caso 4000”. Questa riguarderebbe i rapporti di Netanyahu e della consorte Sara con il magnate delle telecomunicazioni Shaul Elovitch. Quest’ultimo è noto per il essere il proprietario del gruppo Bezeq Israeli Telecommunication.

Israele: le accuse al Presidente

Netanyahu, da ministro ad interim delle telecomunicazioni, avrebbe infatti favorito Elovitch. In cambio di un corrispondente trattamento positivo del premier da parte del portale Walla, di proprietà dello stesso Elovitch. Alcuni confidenti di Netanyahu sono diventati testimoni dell’accusa, insieme ad alcuni ex-giornalisti di Walla. Questi hanno raccontato di aver subito pressioni affinché evitassero articoli critici verso l’operato del governo.

Il premier ha risposto che la richiesta delle forze dell’ordine non ha alcun valore legale, parlando inoltre di “caccia alle streghe” in corso da parte dei media. Per Netanyahu non è la prima accusa da parte della polizia. In passato è stato accusato di corruzione in altri due casi.

Uno riguardante l’accusa di aver accettato doni da alcuni amici miliardari, alla ricerca di un trattamento di favore per i propri investimenti. L’altro poiché avrebbe promesso ad un altro giornale, Yediot Ahronot, modifiche legislative ad esso favorevoli in cambio di una buona copertura mediatica del suo operato.

Israele: dimissioni in vista?

Tamar Zandberg, del partito di opposizione Meretz, ha subito richiesto le dimissioni di Netanyahu. Nonché la convocazione di nuove elezioni in anticipo rispetto a quanto previsto. Al momento Netanyahu rimane in testa ai sondaggi relativi alle prossime elezioni politiche, in programma nel 2019.

Netanyahu, in carica dal 2009, è tra i più longevi leader politici di Israele. Recentemente, ha dovuto anche incassare le dimissioni del suo ministro della Difesa Lieberman, che lo ha accusato di arrendevolezza rispetto alla resistenza palestinese.

Su questo tema in realtà di recente Netanyahu è riuscito a realizzare uno dei suoi principali obiettivi. Stiamo parlando dell’approvazione nel luglio scorso della Legge che proclama Israele Stato Nazionale degli Ebrei. Un provvedimento molto controverso nel quale di fatto è negata una delle rivendicazioni storiche dei palestinesi, il diritto al ritorno. E dove si eleva la popolazione ebraica ad un migliore status in termini di diritti rispetto alle minoranze che vivono nel territorio del paese. In primis quella araba, che ammonta a circa il 20% della popolazione.

Israele: nuove tensioni sulla causa palestinese

Questione che oltre a provocare l’ostilità dei rappresentanti della popolazione araba in Parlamento, ha causato anche la reazione della della comunità drusa. Dato sorprendente quest’ultimo, dato che i drusi da decenni sono l’unica minoranza che ha il diritto di servire all’interno delle forze armate israeliane. Il dibattito parlamentare è stato molto duro. Lo stesso Presidente israeliano Rivlin aveva minacciato nel corso della discussione di firmare la legge in arabo una volta approvata.

Il provvedimento è controverso poiché agisce in maniera decisiva sui diritti delle minoranze alla rappresentanza politica. Secondo alcuni osservatori, rifletterebbe il timore di partiti conservatori come il Likud di Netanyahu e Israel Beytenu in merito alla crescita demografica della popolazione araba. Per analisti come Ramzy Baroud, la legge è anche conseguenza dei problemi causati ad Israele dal movimento per il Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni (BDS).

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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