Gilet gialli, ultime notizie: 8 dicembre nuova manifestazione

Gilet gialli, ultime notizie: 8 dicembre nuova manifestazione

Gilet gialli, ultime notizie: 8 dicembre nuova manifestazione

Sabato 8 dicembre sarà una nuova giornata di mobilitazione per i Gilet Gialli, che dallo scorso 17 novembre hanno fatto irruzione nel panorama politico francese. L’annuncio del blocco temporaneo di 6 mesi al contestato rialzo dei prezzi del carburante sarà abbastanza per fare scendere di grado le proteste?

Il presidente francese Macron è dovuto tornare sui suoi passi sotto la pressione dei manifestanti. All’inizio il governo aveva annunciato di voler tenere il punto sui suoi piani di transizione ecologica. Poi è stato costretto però, per cercare di fermare le mobilitazioni, a posticipare la misura e a comunicare lo stop ai rincari sui prezzi di luce e gas per tutto l’inverno.

Gilet gialli: insoddisfatti della moratoria

Ma non è detto che questo possa bastare. Attraverso diversi loro portavoce, tramite dichiarazioni e con alcuni post pubblicati sulla pagina Facebook del Movimento, i Gilet gialli si dicono non soddisfatti della moratoria. Ribadendo che il loro obiettivo è l’annullamento definitivo delle imposte. Per uno di questi portavoce, Benjamin Chauchy, la moratoria sarebbe “un affronto politico camuffato e una presa in giro dei francesi”.

È circolato inoltre in Rete negli ultimi giorni un documento che riporterebbe le principali rivendicazioni del movimento. Un documento non ufficiale, che comprende temi tra i più disparati. Questi comprendono proposte come una riforma in senso ulteriormente progressivo della tassazione e l’indicizzazione dei salari all’inflazione. Ma anche l’imposizione del salario medio ai rappresentanti pubblici eletti e un generico stop alle politiche di austerità. Inoltre, ovviamente, è richiesto il definitivo ritiro della tassa sui carburanti.

Gilet gialli: le difficoltà di Macron

Le difficoltà di azione si trovano per Macron nell’assenza di un vero e proprio rappresentante del movimento, con il quale immaginare un dialogo politico orientato alla mediazione. L’unica soluzione sembra essere stata dunque quella di cedere provando a calmare gli animi, mentre nella piazza lo slogan “Macron démission” è sempre più urlato. E mentre i leader dei partiti di opposizione, da Melenchon alla Le Pen, continuano a sostenere il movimento.

Va segnalato d’altro lato che quest’ultima è sempre più in difficoltà nel sostenere le rivendicazioni del movimento quando queste si legano a violenze di piazza. Infatti, molti esponenti delle forze dell’ordine impegnate in piazza dichiararono il proprio appoggio a Le Pen alle scorse elezioni politiche. Il movimento inoltre continua a rifiutare di legarsi o farsi rappresentare da qualsiasi soggetto istituzionale.

Quanto continua a succedere nel paese è sempre più una brutta gatta da pelare per il titolare dell’Eliseo. A pochi mesi dal voto per le Elezioni Europee su cui Macron ha un’attenzione particolare. La sua immagine pubblica è ai minimi termini quanto a consenso. E intanto, anche in differenti istituti scolastici del paese è montata la protesta nel corso di questa settimana appena trascorsa. La possibilità è che dunque sabato ci si trovi di fronte ad una piazza molto determinata.

Gilet gialli: il problema dell’ordine pubblico

A questo proposito, mentre annunciavano di voler ascoltare la protesta popolare attraverso l’approvazione della moratoria, Macron e Philippe si sono soffermati anche sul tema dell’ordine pubblico. Annunciando tolleranza zero contro chi si macchierà, a partire dalla giornata di sabato, di nuovi episodi di violenza contro le forze dell’ordine e nei pressi di monumenti nazionali.

L’idea è di mettere fine anche con la forza ai blocchi stradali e agli scontri di piazza. Alcune immagini della protesta, come quelle registrate sotto l’Arco di Trionfo, continuano a fare il giro del mondo. Nelle scorse settimane la mobilitazione ha addirittura travalicato i confini nazionali. Lunedì scorso in Belgio la polizia è infatti intervenuta con idranti e lacrimogeni contro gli emuli locali della protesta transalpina, che chiedono le dimissioni del premier Michels.

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