Fattura elettronica 2019: codici destinatario uguali, come si fa

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:04 Autore: Daniele Sforza

Permangono ancora alcuni dubbi e questioni aperte sulla fattura elettronica. L’ultimo riguarda i codici destinatario uguali. Come fare in questo caso?

Fattura elettronica 2019: codici destinatario uguali, come si fa
Fattura elettronica 2019: codici destinatario uguali, come si fa

Codice destinatario uguale per fattura elettronica


La fattura elettronica è una delle grandi novità che scatteranno a partire dal 1° gennaio 2019. L’obbligo delle fatture digitali ha messo in subbuglio i professionisti contabili, creando divisioni anche tra i commercialisti e intimorendo commercianti e partite Iva. Esclusi invece dall’obbligo i liberi professionisti con partita Iva che operano nel regime dei minimi o forfettario. Per i quali, tuttavia, la possibilità di utilizzare già dal prossimo anno la fattura elettronica non è affatto preclusa.

Fattura elettronica 2019: codice destinatario, info utili

Sulla fattura elettronica permangono ancora alcuni dubbi e questioni, che necessitano di chiarimenti. Tra le recenti discussioni, ve n’è una che riguarda l’uguaglianza tra i codici destinatario. Ma cosa è il codice destinatario? Quest’ultimo è un codice identificativo alfanumerico composto da 7 cifre che definisce l’indirizzo telematico al quale sono inviate le fatture. Pertanto, il suo scopo è quello di indicare al Sistema di Interscambio il destinatario delle fatture. Se il destinatario è un titolare di Partita Iva può anche comunicare l’indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC) e in questo caso il Codice Destinatario sarà composto da 7 zeri (“0000000”).

Fattura elettronica: codici destinatario uguali, come fare

Torniamo ora alla questione che abbiamo accennato in precedenza. Ovvero la possibilità di trovarsi di fronte a codici destinatario uguali. Infatti, può accadere che i clienti di uno studio contabile riscontrino lo stesso codice destinatario tra i loro clienti, anche se sono assistiti in modo differente per i loro software. È questa la questione posta da un commercialista ad Agenda Digitale, che ha cercato di fornire chiarimenti al quesito.

Dopo aver ricordato cosa è il codice destinatario e che l’assegnazione proviene dall’Agenzia delle Entrate nei confronti dei soggetti che si accreditano con il SdI al fine di gestire un canale telematico di trasmissione/ricezione, il sito, per penna di Salvatore De Benedictis, cioè un altro commercialista esperto sul tema, ha risposto che i soggetti possono ricevere fino a 100 codici. Anche se solitamente ne ricevono solo uno. Quest’ultimo “potrà essere assegnato a più utenti che si avvalgono dei loro servizi, salvo poi effettuare lo smistamento delle fatture elettroniche ricevute con quel codice destinatario in base alla partita Iva riportata su ciascuna fattura elettronica”. Ciò fa sì che ogni utente può accedere al portale per visualizzare solo ed esclusivamente le sue fatture elettroniche. Sia le fatture emesse, in caso di trasmissione tramite portale, sia quelle ricevute.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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