Visita fiscale Inps: impronte digitali con Cloudify NoiPa. Cosa cambia

Pubblicato il 8 Marzo 2019 alle 06:16 Autore: Daniele Sforza

In merito alla visita fiscale Inps si parla spesso di furbetti del cartellino. Ma l’assenteismo a lavoro potrebbe essere debellato dall’app Cloudify NoiPa

Visita fiscale Inps: impronte digitali con Cloudify NoiPa. Cosa cambia
Visita fiscale Inps: impronte digitali con Cloudify NoiPa. Cosa cambia

Impronte digitali e visita fiscale


Quando si parla di visita fiscale Inps spesso si discute anche sulla piaga dell’assenteismo a lavoro. Ovvero di tutti quei dipendenti che si assentano dagli uffici causa malattia, salvo poi constatare che la malattia è inesistente. Da qui l’introduzione del Polo Unico e la revisione del sistema della visita fiscale Inps, che è stata in una breve fase aiutata anche da un algoritmo, poi messo in standby dal Garante della Privacy.

La piaga dell’assenteismo potrebbe però essere debellata con un’app, Cloudify NoiPa. Che riconoscerà le impronte digitali del dipendente e consentirà un maggior controllo sugli accessi del lavoratore negli uffici.

Visita fiscale Inps: Cloudify NoiPa, ecco l’app anti-assenteisti

La visita fiscale Inps può essere considerata anche una conseguenza del fenomeno dell’assenteismo, finalizzata ad accertare la malattia del dipendente assente dal posto di lavoro. In questo contesto s’inserisce l’applicazione Cloudify NoiPa, di fatto un tassello di un progetto più grande che ha lo scopo di far diventare NoiPa il sistema ottimizzato per la gestione del personale della Pubblica Amministrazione. Anche attraverso l’implementazione di servizi e funzionalità mirate a innovare la Pa e a favorire quel processo di digitalizzazione attraverso le nuove tecnologie.

L’applicazione Cloudify NoiPa ha invece la finalità di stanare i furbetti del cartellino, impedendo la registrazione di presenze che, nell’effettivo, non risultano tali. Per il ministro della Pa Giulia Bongiorno si tratta di una vera e propria svolta. “L’assenteismo ha raggiunto livelli non più tollerabili, come dimostrano le recenti ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti che truffano la Pa”.

La battaglia contro l’assenteismo cronico è dunque in atto, da qui la necessità e l’importanza di introdurre i controlli biometrici. L’obiettivo finale è quello di garantire una copertura al 100% che possa mettere finalmente fine alla piaga dell’assenteismo strategico, un fenomeno che rallenta il lavoro della Pubblica amministrazione, fomentando l’odio del cittadino nei confronti di questa.

Cloudify NoiPa: cos’è e come funziona l’applicazione

Cloudify NoiPa è un’app scaricabile sul dispositivo mobile da Google Play o da Apple Store. Il dipendente dovrà quindi scaricare l’app sullo smartphone messo a disposizione dalla Pa e dotato di un sistema di riconoscimento delle impronte digitali. Quindi dovrà registrarsi e, per entrare in ufficio, dovrà porre sullo smartphone la propria impronta digitale. Ogni Pa sarà dotata di Dispositivi di rilevamento presenze (Drp). Infatti, dopo il riconoscimento dell’impronta digitale, il dipendente dovrà avvicinare il dispositivo al Drp per trasmettere le informazioni finalizzate all’identificazione.

A sua volta il Drp registrerà quelle informazioni trasmettendole al sistema centrale dell’Amministrazione. Quest’ultima, però, riceverà solo le informazioni legate all’accesso, e non l’impronta digitale stessa, che resterà dunque di “proprietà informativa” del dipendente. Questo è un punto importante, legato alla privacy, uno dei temi centrali che spesso rischia di bloccare i nuovi sistemi di digitalizzazione e di trasmissione delle informazioni. Sostanzialmente, la Pa non deterrà archivi locali contenenti le impronte digitali del dipendente.

E i sindacati? Come riporta Il Fatto Quotidiano, Giulia Bongiorno non teme le reazioni delle associazioni sindacali. “Alla Camera hanno introdotto il sistema di voto contro i pianisti. E quando mi hanno chiesto l’impronta non ho avuto alcuna remora. Chi non ha da temere nulla, non teme nulla”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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