Visita fiscale Inps: assenza secondo controllo, licenziamento immediato

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:05 Autore: Daniele Sforza

L’assenza alla prima visita fiscale Inps deve essere compensata da un secondo controllo ambulatoriale. Se l’assenza si ripete, si rischia il licenziamento?

Visita fiscale Inps: assenza secondo controllo, licenziamento immediato
Visita fiscale Inps: assenza secondo controllo, licenziamento immediato

Licenziamento immediato con visita fiscale


Come ormai è noto a tutti i dipendenti pubblici e privati, chi si assenta per malattia è soggetto alla visita fiscale Inps. Il lavoratore è quindi tenuto a rispettare le fasce orarie di reperibilità, distinte tra pubblico (9-13 e 15-18) e privato (10-12 e 17-19). È infatti durante questi orari che il medico fiscale passa al domicilio indicato in sede di primo controllo medico per effettuare l’accertamento fiscale. L’assenza alla prima visita fiscale non comporta il licenziamento immediato.

Il medico lascerà un messaggio al lavoratore, invitandolo a presentarsi in ambulatorio in un preciso giorno e in un preciso orario. Più che un invito, tuttavia, questo è un obbligo, perché il lavoratore dovrà sottoporsi in ogni caso ad accertamento fiscale. E, inoltre, se non lo ha ancora fatto, presentare valida giustificazione per la sua prima assenza. Ma se si è assenti anche durante il secondo controllo si rischia il licenziamento o no?

Visita fiscale Inps: assente due volte, rischio licenziamento?

Responsabile Civile riporta l’episodio di un lavoratore che era risultato assente alla prima visita fiscale Inps e non si era presentato al secondo controllo ambulatoriale. Tale lavoratore è stato poi licenziato dal suo datore e ha fatto ricorso contro quest’ultimo, pretendendo di essere riassunto e risarcito. In realtà il lavoratore aveva già eseguito una condotta poco professionale sul posto di lavoro, creando così dei precedenti che hanno portato quindi al licenziamento finale. La condotta del lavoratore è stata infatti contestata più volte: questi è stato accusato di disturbo ai colleghi, cantando e fischiando ad alta voce durante gli orari di lavoro e in ambienti di produttività.

Anche un controllo eccessivo del suo telefono e un ritardo nella presentazione della certificazione medica dopo un’assenza avevano creato dei precedenti. In merito a tali comportamenti, le due assenze alla visita fiscale e al controllo ambulatoriale hanno così determinato il suo licenziamento. L’episodio è però finito nelle mani della giustizia, che ha sempre respinto il ricorso del lavoratore. Infatti, il licenziamento è risultato legittimo anche in base alla recidiva del lavoratore, la cui condotta era già contestata più volte. In parole povere, non bastano due assenze alle visite fiscali per provocare il licenziamento, a patto che a monte non ci sia un comportamento poco professionale già di per sé contestato ufficialmente.

Assenza visita fiscale Inps: come giustificarsi

L’assenza alla visita fiscale Inps da sola non è causale legittima di licenziamento. Gli episodi sono da valutare caso per caso e anche sul fatto sopra riportato permangono ancora delle questioni da risolvere, soprattutto in merito alle assenze al controllo fiscale (intenzionali o no? Parrebbe di sì visto il comportamento recidivo del soggetto). Spesso tali controversie sono risolvibili solo nelle aule di tribunale e in Cassazione, sebbene ogni episodio sia da considerare singolarmente.

Il lavoratore può comunque assentarsi durante gli orari di reperibilità fiscale. Aldilà delle cause riconosciute dalla legge (terapie salvavita, causa di servizio, stati patologici connessi allo stato di invalidità pari o superiore al 67%), la giustificazione può essere anche di altro tipo, ma deve comunque risultare valida e riconosciuta dalla normativa di riferimento. In caso di ritardo della giustificazione, anche tale slittamento dovrà essere giustificato, sempre rispettando criteri di coerenza e improcrastinabilità, come in caso di omessa giustificazione.

Naturalmente, la reiterata assenza alle visite fiscali e il mancato rispetto degli orari di reperibilità possono portare al licenziamento del lavoratore, la cui condotta determinerebbe una rottura del vincolo di fiducia con l’azienda, dando così adito al datore di lavoro di procedere. Nonché un possibile reato nei confronti dello Stato, vista l’indebita percezione dell’indennità Inps, specialmente se la malattia paventata, in realtà, non esiste.

Come riferito sopra, tuttavia, ogni episodio è da considerare a sé, in particolar modo in caso di ricorso nelle aule di giustizia. Sebbene le fondamenta si basano sempre sul rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro e sul comportamento corretto del primo nei confronti dell’azienda, nonché del secondo nei confronti del suo dipendente.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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