Conto corrente: saldo e tasse, quanto si perde in media ogni anno

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:26 Autore: Daniele Sforza

Tasse su banche e assicurazioni, gli effetti ricadranno sui titolari di conto corrente e sul loro saldo. Ecco quanto si andrà a perdere in media.

Conto corrente: saldo e tasse, quanto si perde in media ogni anno

Tasse conto corrente sul saldo


Il governo ha aumentato le tasse su banche e assicurazioni, per un totale di 5,6 miliardi nel prossimo triennio. Ma chi li pagherà questi rincari? I clienti di quelle banche che hanno un conto corrente e tutti quelli che avranno intenzione di stipulare delle polizze, ovviamente. Gli effetti ricadranno sui contribuenti, come un sassolino che si trasforma in valanga. E si parla di aumenti importanti che vanno ad aggiungersi a quelli già attuati da alcune banche lo scorso anno. Dalle spese di gestione del conto corrente al canone delle carte di credito, passando ovviamente per il costo più alto di prestiti e finanziamenti.

Conto corrente: aumento spese, saldo in riduzione

Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha spiegato a LiberoQuotidiano le ragioni degli aumenti che si riverseranno sui contribuenti. “Le banche non possono aumentare le proprie tariffe dalla sera alla mattina. Alla base devono esserci alcuni fattori e tra questi c’è la tassazione. Quindi risulta legittimo che ci siano rincari dei servizi”.

Insomma, chi ha un conto corrente vedrà il proprio saldo mangiato per colpa degli aumenti di tassazione alle banche? Quali alternative sono possibili? Come è legittimo il rincaro dei servizi a seguito della tassazione, sono legittime anche le domande di chi pone i propri risparmi su un conto bancario e tra versamenti, accrediti e bonifici sta pensando a come risparmiare nel 2019.

Conto corrente e non solo: i rincari previsti

Dei rincari previsti nel 2019 ne abbiamo già parlato in questo articolo, ma il conto corrente non è l’unico prodotto che peserà sulle tasche degli italiani. Va infatti ricordato lo sblocco degli aumenti delle aliquote dei tributi locali, come Imu e Tasi, sui quali molte amministrazioni, specialmente al Nord e al Centro, si fionderanno per far quadrare i conti. A essere risparmiate da questi aumenti solo quelle Regioni le cui imposte erano già quasi alla soglia massima ai tempi del blocco.

Tutto questo inficerà negativamente sul mercato immobiliare, che già non gode di buona salute. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, rimbrotta il governo. “I risparmi degli italiani vanno in fumo e la politica continua a guardare dall’altra parte. Anzi, per la prima volta dopo 3 anni ha concesso ai Comuni la libertà di aumentare le aliquote della già folle patrimoniale sugli immobili rappresentata dai 21 miliardi di euro di Imu e Tasi”. Alla fine, spiega Testa, sarà tutto il Paese a rimetterci.  

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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