Bollo auto rottamata: cartella esattoriale, come non pagarla

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:05 Autore: Daniele Sforza

In caso di rottamazione del veicolo, il pagamento del bollo auto non dovrebbe essere più richiesto. Ma cosa fare se arriva la cartella esattoriale?

Bollo auto rottamata
Bollo auto rottamata: cartella esattoriale, come non pagarla

Cartella esattoriale auto in rottamazione


Abbiamo rottamato il nostro veicolo, pertanto non siamo più tenuti al pagamento del bollo auto. Tuttavia, qualche anno dopo, ci viene notificata una cartella esattoriale, in cui ci viene richiesto il pagamento del bollo dell’auto che abbiamo rottamato qualche anno fa. Ovviamente strabuzziamo gli occhi, perché non siamo più tenuti a pagare quella tassa. Ma disgraziatamente siamo tenuti noi stessi a provare che siamo dalla parte della ragione. Come fare? Qual è la procedura da seguire e quali documenti presentare?

Bollo auto rottamata: come evitare la cartella esattoriale

Per rottamare un veicolo ci rivolgiamo a un centro raccolta autorizzato. Oppure facciamo sbrigare la pratica al concessionario nel quale abbiamo acquistato l’auto nuova. Entro 30 giorni dalla consegna del veicolo da rottamare, il centro raccolta (o il concessionario) sono obbligati a presentare la richiesta di cancellazione del veicolo dal PRA, ovvero dal Pubblico Registro Automobilistico, al quale dovrà consegnare anche il libretto di circolazione, la targa e il certificato di proprietà. Questa richiesta deve essere inoltrata comunicando pertanto la Cessazione della circolazione per demolizione. La cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico consente così la radiazione definitiva del veicolo e di conseguenza il vecchio proprietario non sarà più tenuto a pagare il bollo per lo stesso, né avrà l’amara sorpresa di ricevere un giorno una cartella esattoriale.

Bollo auto: certificato di rottamazione, cos’è e a cosa serve

Il proprietario del veicolo deve quindi farsi rilasciare il certificato di rottamazione dal concessionario o dal centro raccolta. Questo documento è molto importante e va quindi conservato. Nell’eventualità in cui un giorno la Regione ci chieda il pagamento del bollo auto per un’auto che abbiamo già rottamato in precedenza, quel documento farà fede della nostra buona ragione. Nel certificato è presente sia l’attestazione definitiva che il veicolo è stato consegnato, ma anche l’impegno da parte del centro/concessionario a procedere con la cancellazione dal PRA del veicolo stesso.

Il certificato di rottamazione dovrà includere i dati anagrafici e di residenza del proprietario, nonché quelli che identificano l’azienda che rilascia il certificato. In più dovrà contenere le informazioni legate alla data e all’ora della consegna definitiva del mezzo, nonché del rilascio del certificato. Ovviamente saranno inclusi anche i dati del veicolo e, altro dato più importante, l’impegno da parte del centro/concessionario a prendersi carico della procedura di cancellazione del veicolo dal PRA.

Bollo auto rottamata: rimborso possibile?

Il bollo auto è una tassa regionale, ma non tutte le Regioni hanno lo stesso regolamento a riguardo. Una delle domande più comuni riguarda la rottamazione del veicolo prima del pagamento del bollo auto. Se ad esempio siamo tenuti a pagare il bollo auto nel mese di dicembre e rottamiamo il veicolo ad agosto, il bollo auto dovrà essere comunque pagato anche per le mensilità successive ad agosto. Ciò significa che se ad agosto abbiamo comprato una nuova macchina, saremo tenuti a pagarlo due volte.

Alcune Regioni, tuttavia, permettono di ottenere il rimborso delle mensilità in cui non si è fruito del veicolo per l’avvenuta rottamazione. E queste corrispondono al Veneto (solo rottamazione); Piemonte e Lombardia (anche furto); nonché le Province autonome di Trento e Bolzano (anche per furto ed esportazione). Si consiglia comunque di visualizzare periodicamente le normative regionali riguardanti il bollo auto per avere una visione più aggiornata sul tema.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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