Legge 104: investigatore privato per permessi sospetti. Cosa fa l’Inps

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:06 Autore: Daniele Sforza

Chi abusa dei permessi Legge 104 compie un reato e può essere licenziato dopo le indagini di investigatori privati. Cosa bisogna sapere.

Legge 104 investigatore privato
Legge 104: investigatore privato per permessi sospetti. Cosa fa l’Inps

Investigatore privato per furbi Legge 104


I lavoratori dipendenti che abusano dei permessi garantiti dalla Legge 104 possono essere scoperti da investigatori privati. Il risultato delle indagini e della sorveglianza può dunque portare a un licenziamento per giusta causa del dipendente colto in flagrante. L’assunzione di investigatori privati finalizzata a sorvegliare un dipendente già sospetto di comportamenti poco professionali è valida sia nel settore privato, sia in quello pubblico. Come avverrà a Roma, rispetto ai netturbini alle dipendenze dell’AMA, azienda nella quale si registra un’alta percentuale di assenteismo.

Legge 104 e investigatore privato: abuso permessi vietato

La Corte di Cassazione si è spesso pronunciata in merito all’uso di un investigatore privato nei confronti dei lavoratori che abusano dei permessi Legge 104. Nonostante recentemente sia stato ribadito che i lavoratori non siano obbligati a effettuare un’assistenza permanente e continuativa al familiare disabile, permane comunque la finalità principale che dà diritto ai permessi retribuiti. Che si traduce nell’assistenza al disabile, effettuabile anche in senso lato. Come ad esempio uscire per fare delle commissioni in sua vece, come pagare un bollettino alla posta e fare la spesa.

Il lavoratore può fruire delle giornate di permesso anche per riposarsi, ma la maggior parte delle ore e dell’attività giornaliera dovrà comunque essere volta a fini assistenziali nei confronti del familiare disabile.

Legge 104 e investigatore privato: quando è possibile

Purtroppo c’è chi abusa di questi permessi per svolgere un’attività lavorativa secondaria o addirittura a fini di svago, come ad esempio andare in vacanza o farsi un piccolo viaggio, senza quindi dedicare neppure un minuto all’assistenza al disabile. Il datore di lavoro privato ha dunque il diritto di assumere un investigatore privato per sorvegliare un lavoratore che però abbia già adoperato comportamenti sospetti. Sorvegliare un lavoratore titolare di Legge 104 semplicemente presumendo che possa abusarne, infatti, non sarebbe possibile.

Per questo motivo è necessario che sussista un sospetto fondato sull’abuso dei permessi, che possa essere avvalorato ad esempio da un’abitudine a prendere assenze strategiche (a ridosso di festivi o weekend). O da un comportamento poco professionale registrato negli ultimi tempi, magari arricchito da reprimente e avvisi certificati. Da qui l’uso di un investigatore privato risulta legittimo, così come risulta legittimo il licenziamento per giusta causa a seguito di indagini e di prove evidenti dell’abuso dei permessi 104.

Tra i riferimenti giurisprudenziali da prendere in esame per la materia, spiccano alcune sentenze della Corte di Cassazione. Tra cui, tanto per citarne alcune, la n. 21967/2010, la n. 4984/2014, la n. 5574/2016 e la n. 9217/2016.

Legge 104 e investigatore privato: il caso AMA a Roma

L’uso di investigatori privati per sorvegliare i furbetti delle assenze è tornato di attualità dopo il recente caso dell’AMA a Roma, inquinata da un fenomeno di assenteismo nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Come riporta Affaritaliani, è stata avviata un’inchiesta sulle centinaia di assenze tra i netturbini durante le festività natalizie. Il Comune ingaggerà degli investigatori privati che utilizzeranno i dati sulle assenze per malattia incrociandoli con quelli relativi ai permessi e ai congedi 104.

Lo scopo ultimo è quello di verificare il corretto comportamento del lavoratore durante le giornate di permesso 104, e dunque se queste siano utilizzate per assistere il familiare con handicap o per fare i propri comodi. Infatti si ricorda che chi abusa dei permessi Legge 104 non incrina solo il rapporto di fiducia con l’azienda, arrecandole danno. Ma commette anche un vero e proprio reato di truffa nei confronti dello Stato, percependo somme dall’Inps per finalità diverse da quelle stabilite per Legge.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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