Liliana Segre: marito, età e frasi. Chi è la senatrice a vita

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:47 Autore: Cristina Maciariello

Liliana Segre, chi è la senatrice a vita. “Fui scelta per la vita senza nessun merito… scelta a caso, come per caso sono rimasta viva”.

Liliana Segre, marito, età e frasi. Chi è la senatrice a vita
Liliana Segre: marito, età e frasi. Chi è la senatrice a vita

Chi è Liliana Segre, la storia


Liliana Segre è una senatrice a vita italiana, sopravvissuta all’Olocausto e testimone pubblica del dramma dei campi di concentramento nazisti.

L’imprenditrice milanese, nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 19 gennaio 2018, è membro della settima Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) e della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

Liliana Segre, chi è la senatrice a vita

La senatrice a vita, Liliana Segre ha 89 anni, è nata a Milano nel 1930 in una famiglia ebrea. Oggi ha tre figli e tre nipoti.

Ha attraversato il dramma delle leggi razziali fasciste del 1938, a causa delle quali venne espulsa dalla scuola. All’età di tredici anni venne arrestata e carcerata a Varese – dove conobbe Violetta Silvera -; successivamente deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Liberata il primo maggio 1945 dal campo di Malchow, Liliana Segre ha perso nei lager nazista il padre e i nonni paterni.

Liliana Segre dal 1990 testimone pubblica del dramma dell’Olocausto

Liliana Segre, nel 1990 ha incominciato a raccontare la sua esperienza da sopravvissuta e da allora ha ricevuto numerosi riconoscimenti e onorificenze per il suo impegno di testimone.

Appoggiata dal marito, a un certo punto della sua vita sente la necessità di diventare una testimone pubblica del dramma dell’Olocausto, e dichiara:

“Dentro di me cominciava a serpeggiare il dubbio di non aver fatto il mio dovere di testimone”.

Liliana Segre

“All’inizio Alfredo non era contento”, continua la senatrice, “temeva che l’esposizione mi avrebbe rinnovato il dolore. E temeva anche di perdere una sorta di esclusiva su di me. Ma io alla mia famiglia non chiesi consiglio: comunicai una decisione”.

“Alfredo e i suoi libri mi hanno salvata”

“Avevo combattuto per sopravvivere per poi fare i conti con un’esistenza squallida. Alfredo e i libri mi hanno salvata”. Questa, una delle frasi che la senatrice a vita, Liliana Segre, dedica al marito scomparso nel 2007, Alfredo Belli Paci.

Alfredo e Liliana si sono conosciuti su una spiaggia dell’Adriatico nell’estate del 1948. Alfredo Belli Paci, era uno dei seicentomila militari internati in Germania…

Alfredo Belli Paci e Liliana Segre: un amore di altri tempi…

“Pochi giorni dopo esserci conosciuti Alfredo notò il mio numero sul braccio. Io so cos’è, mi disse. E io so che tu hai sofferto molto. Mi ritrassi, non parlavo allora come non avrei parlato nei successivi quarant’anni. E lui mi raccontò di aver trascorso due anni in sette campi di prigionia nazisti”.

L’aver condiviso la stessa tragica esperienza ha legato i due in modo unico e indissolubile. Alfredo Belli ha sempre sostenuto l’amata moglie e sebbene anche lui avesse sofferto la fame e la paura, “era come se la sua storia meritasse meno attenzione, così fin da subito diede al mio racconto priorità”, ha dichiarato dolcemente Liliana Segre in un’intervista rilasciata a Simonetta Fiori per Repubblica.

La senatrice Liliana Segre, testimone e custode del ricordo di Violetta Silvera “cenere nel vento di Auschwitz”

“Avevo paura di aprire gli occhi dentro quella cella, si alzarono da quei pagliericci, per guardarmi, le altre donne prigioniere, ma una si staccò, era Violetta Silvera. Una splendida giovane ebrea, avrà avuto diciannove anni, credo… Mi strinse tra le braccia e mi disse non piangere, stai abbracciata a me e alla mia mamma e mi portò con lei, là sul pagliericcio dove lei stava con la sua mamma, due bellissime ebree, la mamma e la figlia, con la treccia di capelli neri lei, grigi la mamma e per quei giorni rimasi sempre a piangere abbracciata a loro che cercavano di consolarmi”.

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L'autore: Cristina Maciariello