Pagamento in contanti: limite 2019 e quando non è ammesso. Cosa fare?

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:38 Autore: Daniele Sforza

Ultime notizie sul pagamento in contanti e sui limiti previsti per il 2019. Ecco quando non è ammesso e cosa fare in alternativa. Il comunicato.

Pagamento in contanti limite 2019
Pagamento in contanti: limite 2019 e quando non è ammesso. Cosa fare?

Chi deve accettare il pagamento in contanti


Alcuni uffici pubblici sembrano rifiutare il pagamento in contanti, creando diversi disagi tra la popolazione, soprattutto tra le fasce più anziane. In un articolo a cura di Giuseppe D’Orta e pubblicato sul sito dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) si informa di diverse segnalazioni giunte riguardo il divieto di pagamento in contanti presso gli sportelli pubblici. Tra i primi esempi citati spicca l’Azienda Sanitaria della Provincia di Cuneo, che da 1 anno circa “rifiuta il pagamento in contanti per visite e analisi, con grosso disagio per molte persone – soprattutto anziani e malati – costrette successivamente a recarsi in farmacia per pagare il dovuto anche con l’aggiunta di 1,50 euro”.

Pagamento in contanti: cosa succede nelle Asl?

Nel caso di un Asl, prosegue l’articolo, la risposta può essere che la gestione dei pagamenti è affidata a un soggetto esterno attraverso un servizio di supporto specialistico. Infatti, la gestione del servizio cassa per contanti può risultare complessa e anche essere esposta a diversi pericoli. Restano però i disagi ai cittadini, in particolar modo i più deboli, sia sotto l’aspetto degli adempimenti, ovvero delle cose da fare; sia sotto il profilo dei costi. E tutte queste penalizzazioni per certe categorie di cittadini non sono state valutate con attenzione prima di prendere le decisioni, avverte l’Aduc.

Pagamento in contanti: i divieti del Comune di Roma

L’articolo fa però riferimento anche al divieto di pagamento in contanti (e non al limite 2019 del contante, per cui vi rimandiamo a questo articolo) dei servizi agli sportelli anagrafici municipali di Roma Capitale. Divieto che è entrato in vigore a partire dallo scorso 1° gennaio. Recandosi presso tali sportelli, si potrà pagare solo tramite bancomat o carta di credito, oppure tramite sistema PagoPa, senza considerare le eventuali commissione aggiuntive. Tra le alternative sfruttabili, spicca anche il pagamento sul sito internet di Roma Capitale. Oppure attraverso il servizio CBill, qualora disponibile e offerto dalla propria banca. Altre modalità di pagamento? Tutti i circuiti di pagamento riconosciuti, come ad esempio Sisal o Lottomatica, e ovviamente gli uffici postali.

Ma sono gli spostamenti (e le commissioni) ad aumentare. La motivazione di tutto queste risiede nel voler garantire una maggior sicurezza e trasparenza alle modalità di pagamento. “Ma perché obbligare i cittadini ad avvalersi di alternative meno pratiche e anche più costose?”, si domanda l’Aduc. Che conclude nel modo seguente. “Non vogliamo arrivare a scomodare l’articolo 693 del Codice Penale che punisce chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato o peggio ancora l’interruzione di pubblico servizio, e anzi forse esistono anche i supporti giuridici per certe decisioni, ma invitare gli amministratori dei servizi a utilizzare il buon senso, quello sì”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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