Codice dei contratti pubblici e decreto sblocca cantieri, ecco cosa sono

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 alle 14:00 Autore: Valentjna Juric

Il problema delle opere incompiute: quante e perchè. Il governo vuole modificare il codice dei contratti pubblici partendo dal decreto sblocca cantieri

Codice dei contratti pubblici e decreto sblocca cantieri, ecco cosa sono
Codice dei contratti pubblici e decreto sblocca cantieri, ecco cosa sono

Il contratto del governo del cambiamento si propone di portare avanti riforme puntuali, piuttosto che organiche.

In linea con questo approccio pragmatico, pochi giorni fa il ministro Toninelli ha annunciato che il governo emanerà prossimamente un decreto-legge che porti ad una modifica graduale del Codice dei contratti pubblici.
Il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, è stato già recentemente modificato con il D.L. Semplificazioni (D.L. 14 dicembre 2018, n. 135) e con la Legge di Bilancio (Legge 30 dicembre 2018 n.145). Ora si interverrà per snellire la disciplina delle concessioni e degli appalti pubblici, con l’intento di dare un impulso rivitalizzante all’economia.

Codice dei contratti pubblici e decreto sblocca cantieri: il problema delle opere incompiute

Come ha recentemente denunciato l’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), un problema trasversale allo stivale è rappresentato dall’elevato numero delle opere incompiute.
Edifici scolastici, opere di gestione delle acque, viabilità, opere idrogeologiche,.. Secondo i dati recenti dei costruttori, si parla di 300 casi (solo quelli segnalati) per un valore di 27 miliardi di euro. Numeri importanti per le ripercussioni su posti di lavoro, sicurezza e crescita.

Il problema riguarda soprattutto il Meridione ed in primis la Sicilia, con un record che sfiora le 500 opere bloccate. Segue la Sardegna, la Puglia e la Calabria. Non è escluso però il nord Italia, visti i dati allarmanti di Lombardia, Piemonte e Veneto.

Le cause dei cantieri bloccati possono essere molteplici: tempi biblici per i permessi e le autorizzazioni, mancanza di liquidità o finanziamenti per le imprese e anche iter procedimentali complessi.

L’intento del decreto-legge è quello di sbloccare i numerosi cantieri attualmente immobilizzati. Si punterà, come ha affermato Toninelli, a snellire le procedure del Codice Appalti, riducendo i passaggi burocratici e normativi.

Se il fine appare chiaro, i mezzi non sono ancora ben definiti ed ora è aperta la discussione a Palazzo Chigi. È possibile che ci si rifarà alla strategia adottata nel 2009 dalla Spagna, che aveva predisposto un piano di investimenti ed una task force di tecnici per accelerare i tempi nella fase di esecuzione.

Le richieste dell’Ance e il decreto sblocca cantieri

Questo è l’auspicio di Gabriele Buia, presidente Ance, che pure ha accolto positivamente l’aumento di investimenti pubblici della Legge di Bilancio.

L’Ance chiede anche che si proceda a modifiche incisive del Codice degli Appalti e per il codice dei contratti pubblici, per dare ad esempio una disciplina più chiara sul subappalto e per rivisitare i criteri di aggiudicazione delle gare, che prescinda dall’offerta economica più vantaggiosa.

Decreto sblocca cantieri: incertezza sulla TAV

Fino ad ora non sembra nell’intento del governo far rientrare nello sblocca-cantieri anche la TAV. La discussione sulla sua realizzazione tiene ancora divisi i 5 Stelle e la Lega, mentre l’Europa preme per avere chiarificazioni. Sono in ballo i fondi Cef erogati per l’opera, che presumibilmente dovranno essere restituiti se l’Italia decidesse di fare un passo indietro.

Toninelli per ora non sembra spostare la posizione dei pentastellati e richiamandosi all’analisi costi-benefici si chiede se sia “meglio usare questi 8 miliardi per fare un buco in una montagna di cui vedremo probabilmente la fine tra 20 anni e i benefici tra 50, o metterli immediatamente per opere di manutenzione?” Afferma: “Io li spenderei meglio in migliaia di piccole e capillari opere di manutenzione diffuse su tutto il territorio nazionale”.

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L'autore: Valentjna Juric

Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Trieste. Attualmente sto frequentando un corso di specializzazione in diritto parlamentare a Firenze.
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