Buoni fruttiferi postali: rimborso integrale, arriva la vittoria di Poste Italiane

Pubblicato il 22 Marzo 2019 alle 06:24 Autore: Guglielmo Sano

Buoni fruttiferi postali: risparmiatori contro Poste, annoso duello che dopo diverse “vittorie” dei primi potrebbe essere archiviato per sempre. Ecco perché

Buoni fruttiferi postali: rimborso integrale, arriva la vittoria di Poste Italiane
Buoni fruttiferi postali: rimborso integrale, arriva la vittoria di Poste Italiane

Sentenza a favore di Poste Italiane


Risparmiatori che hanno sottoscritto buoni fruttiferi ad alto rendimento negli anni 80 contro Poste Italiane. Un annoso duello che, dopo diverse “vittorie” dei primi, potrebbe essere archiviato per sempre. Un recente pronunciamento della Cassazione, infatti, ha dato ragione all’azienda La sentenza – che qualcuno ha già definito “salva Poste” – potrebbe aver definitivamente spento le speranza di vedersi riconosciuti gli interessi stabiliti alla sottoscrizione del titolo.

Buoni fruttiferi postali: il decreto del 1986

Il decreto ministeriale del 13 giugno 1986 è ormai noto non soltanto agli addetti ai lavori ma anche ai tantissimi risparmiatori che per decenni hanno aspettato di poter riscuotere la somma investita, più relativi interessi, in buoni fruttiferi. In pratica, alcune serie di buoni fruttiferi – risalenti agli anni 80 – promettevano grossi guadagni a fronte di un vincolo temporale di venti o trenta anni.

In virtù del suddetto decreto, Poste ha modificato i tassi di interesse, abbassandoli sensibilmente rispetto a quelli comunicati alla sottoscrizione dei buoni stessi. Altro problema: tale modifica retroattiva, oltre a provenire da un’iniziativa unilaterale, è avvenuta sostanzialmente a insaputa di coloro che aveva sottoscritto i buoni fruttiferi.

Buoni fruttiferi postali: un annoso duello

Nel corso degli anni i risparmiatori hanno presentato ricorsi su ricorsi: volevano vedersi riconosciuto il tasso di interesse sulla somma investita riportato sui buoni. Non raramente la magistratura ha dato loro ragione: Poste è quindi stata condannata diverse volte a riconoscere le richieste dei risparmiatori. Ora, invece, quest’ultima decisione degli alti giudici respinge la richiesta di chi si attendeva coefficienti anche superiori al 10%: dunque, vale l’applicazione di poco più del 2% decisa da Poste.

Tuttavia, bisogna precisare che la sentenza non è relativa ai buoni fruttiferi che promettevano lo stesso guadagno emessi da Poste successivamente all’introduzione del decreto. Per questi, la battaglia a colpi di ricorsi e sentenze continua.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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