Sondaggi politici Ipsos: com’è cambiata la famiglia per gli italiani

Pubblicato il 23 Marzo 2019 alle 16:37 Autore: Guglielmo Sano

Sondaggi politici: in vista del prossimo Congresso mondiale delle famiglie di Verona, l’istituto analizza il concetto di famiglia prevalente nel paese

Sondaggi politici Ipsos: com’è cambiata la famiglia per gli italiani
Sondaggi politici Ipsos: com’è cambiata la famiglia per gli italiani

Si avvicina il Congresso mondiale delle famiglie; si terrà a Verona tra il 29 e il 31 marzo. Quindi, nella sua consueta rilevazione per il Corriere della Sera, Ipsos si chiede: qual è il concetto di famiglia ad oggi prevalente nel paese?

Sondaggi politici Ipsos: una famiglia non “tradizionale”

In generale, osserva l’Ad di Ipsos Nando Pagnoncelli sul quotidiano di Via Solferino, si può dire che “nell’opinione pubblica si è affermata una visione decisamente meno tradizionale di famiglia”. D’altra parte, secondo i dati rilevati dall’istituto, solo il 22% degli italiani ritiene che la famiglia sia esclusivamente quella nata dall’unione in matrimonio di un uomo o una donna. Sulla stessa linea, il 25% pensa che la famiglia nasca solo dall’unione di un uomo e una donna che, anche senza essere sposati, hanno un legame affettivo e convivono.

La maggioranza relativa del paese, invece, nella misura del 44%, ritiene che la famiglia sia “l’unione che nasce tra due individui, anche dello stesso sesso, che hanno un legame affettivo e convivono “. Tra chi vota Lega la quota è del 34%.

A questo punto, è interessante osservare anche che la pensa così “un terzo dei cattolici che partecipano alla messa settimanalmente (30%) o almeno una volta al mese (33%) e la maggioranza relativa (37%) di coloro che hanno una partecipazione più saltuaria”.

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Sondaggi politici Ipsos: il Congresso di Verona

“Anche in tema di diritti prevale un atteggiamento di apertura” rileva sempre Pagnoncelli sul CorSera. Infatti, “poco più di un italiano su due (54%) ritiene che le unioni tra individui dello stesso sesso debbano avere gli stessi diritti di quelle di individui di sesso diverso”. Poi, se il 30% non riconoscerebbe del tutto i diritti alle coppie eterosessuali, “solo il 7% è del parere che non debbano avere diritti specifici”. Da segnalare che questa opinione risulta all’ultimo posto tra tutti i tipi di elettorato; cioè indipendentemente dalla fede e dall’orientamento politico.

Detto ciò, cosa pensano gli italiani del Congresso delle famiglie? Approvazione da parte dell’8% dell’elettorato che lo ritiene indispensabile e del 23% che lo reputa utile per riflettere su temi importanti. Diametralmente, sempre stando ai dati Ipsos, un altro 20% lo reputa inutile mentre il 29% degli elettori lo giudica, addirittura, pericoloso.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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