Bolletta Enel con impianto fotovoltaico: contratto e quanto si risparmia

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:10 Autore: Daniele Sforza

Con un impianto fotovoltaico come cambia la bolletta Enel? E, soprattutto, quanto si risparmia? Ecco un po’ di informazioni utili e cose da sapere sul tema.

Bolletta Enel con impianto fotovoltaico: contratto e quanto si risparmia
Bolletta Enel con impianto fotovoltaico: contratto e quanto si risparmia

Impianto fotovoltaico con bolletta Enel


L’installazione di un impianto fotovoltaico produce conseguenze dirette sulla bolletta Enel. In molti si pongono la questione del costo dell’impianto, comunque a oggi inferiore rispetto a qualche anno fa. E anche la questione del costo della bolletta: diminuirà? Arriverà a zero? Oppure non cambierà nulla? In quest’ultimo caso si dovrebbe fare attenzione alla messa in atto del sistema fotovoltaico, perché la bolletta Enel deve assolutamente cambiare. È questo uno dei motivi per cui si installano impianti fotovoltaici: risparmiare energia, utilizzare la propria, risparmiare sulla bolletta effettuando uno scambio. Procediamo con ordine.

Bolletta Enel e impianto fotovoltaico ad autoconsumo

Cosa significa autoconsumo? Come si può intuire dal nome, un impianto fotovoltaico ad autoconsumo consente il consumo dell’energia al momento in cui essa viene prodotta. L’energia non finisce nella rete del gestore, quindi, ma viene utilizzata dall’utente nel momento in cui serve. Accendendo la lavatrice o mettendo in moto la lavastoviglie, utilizzeremo l’energia prodotta in quel momento dall’impianto. Naturalmente questo potrebbe comportare uno spreco di energia, quella non utilizzata. Una soluzione a questo problema è determinata dalle batterie di accumulo. Queste immagazzinano l’energia prodotta e non utilizzata consentendone l’uso nei momenti in cui l’impianto non produce energia, ma l’utente ne ha bisogno. Con questo metodo i risparmi sulla bolletta sono ampiamente garantiti.

Bolletta Enel e impianto fotovoltaico con scambio sul posto

Parlavamo per l’appunto di energia non utilizzata. Un’alternativa all’accumulo è il cosiddetto “scambio sul posto”. Ciò significa che nel momento in cui abbiamo bisogno di energia non prodotta dall’impianto, ci serviremo della rete. Tuttavia alla rete daremo anche qualcosa: ovvero quella parte di energia prodotta dall’impianto e non usata. In questo modo si andrà a valorizzare una parte dell’energia non consumata immettendola nella rete elettrica. Le conseguenze sulla bolletta? La differenza tra l’energia prelevata dalla rete e quella offerta in cambio si tradurrà in un rimborso annuale, che sarà diviso in due acconti semestrali più un conguaglio finale. Il risparmio in bolletta dipenderà pertanto dagli effetti della valorizzazione dell’energia non consumata e immessa in rete.

Per esercitare questo modello gli utenti dovranno aderire al regime di scambio presentando, entro 60 giorni dall’entrata in esercizio dell’impianto, apposita richiesta presso il sito del GSE e stipulando con lo stesso un contratto per la regolazione dello scambio. Il contratto ha la durata di un anno, ma si rinnova tacitamente.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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