Programma Partito Comunista di Marco Rizzo alle elezioni europee 2019

Pubblicato il 15 Maggio 2019 alle 15:14 Autore: Alessandro Faggiano

Programma Partito Comunista di Marco Rizzo alle elezioni europee 2019: ve lo mostoiamo per punti ed estrapolando paragrafi rilevanti.

Programma Partito Comunista di Marco Rizzo alle elezioni europee 2019
Programma Partito Comunista di Marco Rizzo alle elezioni europee 2019

Mancano pochi giorni alle elezioni europee e la campagna elettorale entra nel vivo. Mentre Lega e M5S continuano la loro sfida a distanza attraverso le dichiarazioni dei propri leader, le altre forze politiche cercano di farsi largo per ottenere un po’ di spazio e mostrare i loro programmi all’elettorato.

Abbiamo visto di recente il programma dei verdi al quale aderì, in un principio, Giuseppe Civati (ex segretario di Possibile ed ex deputato PD).

Oggi vi mostriamo il programma del Partito Comunista, guidato da Marco Rizzo. Alle ultime elezioni nazionali del 4 marzo, il PC prese poco più di 100.000 voti, corrispondente al 0,3% delle preferenze espresse. Difficile pensare che il PC di Rizzo possa fare un exploit e superare la soglia di sbarramento, ancor più in una competizione elettorale tradizionalmente poco sentita e con alti tassi di astensione. Vediamo cosa propone il PC secondo il suo programma politico, riprendendolo dalla sua stessa pagina ufficiale.

Ogni punto programmatico viene elaborato ampiamente in forma discorsiva, con una proposta di sintesi finale. Qui, il link al programma completo del PC.

Il programma del Partito Comunista per le elezioni europee 2019: una prima introduzione

Tra i primi elementi che risaltano nel manifesto del PC, spicca l’estremo euroscetticismo.

“La partecipazione alle elezioni europee non muta il nostro giudizio sulla natura irriformabile dell’Unione Europea, e delle sue istituzioni. Utilizzeremo queste settimane di campagna elettorale per denunciare la reale natura dell’Unione Europea, senza ipocrisie e opportunismi di sorta. (…) il voto al Partito Comunista è un voto al rafforzamento della prospettiva storica di abbattimento della società capitalista e di accumulazione di forze nella direzione della costruzione di una società socialista.”

Il programma del PC si rifà a un marxismo ortodosso, mettendo in risalto gli elementi strutturali del sistema e di come ci si avvii verso crisi sempre più profonde e prolungate a causa delle contraddizioni interne del capitalismo.


“La crisi, dunque, non è dovuta solo  a malfunzionamenti direzionali, a corruzione, a attività speculative in ambito finanziario, cioè ad anomalie correggibili, ma è strutturale e sistemica, a causa della contraddizione fondamentale e insanabile del modo di produzione capitalistico tra il carattere sociale della produzione e l’appropriazione privata del prodotto. (…)

 il capitalismo non è riformabile e solo il suo abbattimento e l’avvio della costruzione del socialismo-comunismo costituiscono l’alternativa reale alla crisi e alla barbarie. L’epoca che stiamo vivendo si caratterizza quindi quale epoca della rivoluzione socialista come esigenza stessa per la sopravvivenza dell’umanità.

Sull’imperalismo europeo, il capitalismo italiano e il movimento operaio

La posizione del PC sull’UE viene riassunta perfettamente in uno dei primi paragrafi dedicati all’imperalismo europeo;

“L’Unione Europea, egemonizzata dagli imperialismi di Germania e Francia, è lo strumento con il quale il capitale monopolistico europeo persegue i propri interessi. Per reperire le risorse necessarie a contendere agli USA l’egemonia mondiale e a competere da una  posizione di forza con i BRICS, l’UE e la BCE impongono ai popoli d’Europa, con una politica criminale, sacrifici insostenibili e un vero e proprio massacro sociale, avviati, per altro, già con l’introduzione dell’euro, che ha segnato una rapina, in termini di distribuzione di reddito, ai danni del lavoro salariato e a favore del capitale. (…) La spirale della crisi e dell’immiserimento dei popoli può essere definitivamente spezzata solo dalla rivoluzione proletaria, che, abbattendo il capitalismo, apra la strada del riscatto dell’umanità.”

Il PC propone anche un excursus sulla storia italiana a partire dalle relazioni nei processi produttivi e dal peso del pubblico e del privato (il tutto, inserito nel cambiante contesto geopolitico). IL PC si scaglia contro le crescenti privatizzazioni, perpetrate dopo la caduta dell’URSS e la fine del polo antiegemonico e che avrebbero portato alla precarizzazione e alla riduzione crescente dei diritti social, nonché a maggiori disuguaglianze.

Per superare lo Stato borghese, il PC auspica la creazione di un Fronte eterogeneo che possa soppiantare radicalmente la burocrazia statale. Circa il funzionamento del Fronte e della sua struttura, si parla in questi termini;

“Il Fronte dovrà essere articolato per luoghi di lavoro e territorialmente, e avrà il compito di sviluppare la lotta rivoluzionaria di massa. Il Fronte esprimerà i propri organi dirigenti, i Consigli o Assemblee, a tutti i livelli verticali, fino a quello nazionale, costituendo così l’embrione e il modello del potere statuale futuro, sollecitando e creando le condizioni per la più ampia partecipazione popolare alla direzione e alla gestione dello Stato. Ciò è necessario in quanto non è sufficiente estromettere la borghesia dal potere, occorre – come insegna Lenin – “distruggere la macchina dello stato borghese”, funzionale al dominio della borghesia, e sostituirla con la macchina del nuovo stato proletario, funzionale al potere operaio.”

Il programma del PC per punti

  • Uscita dell’Italia dalla NATO, dall’Unione Monetaria e dall’UE;
  • ripristino del CCNL e messa al bando del caporalato e di ogni forma di sfruttamento del lavoro;
  • ripristino della scala mobile;
  • riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario e contributi;
  • indennizzo di disoccupazione e per i giovani ancora non entrati nel mondo del lavoro;
  • stop a ogni forma di privatizzazione e nazionalizzazione di tutti i settori strategici;
  • politiche di rilancio dell’edilizia popolare pubblica, affitti commisurati al salario percepito, requisizione dei grandi patrimoni immobiliari sfitti;
  • istruzione gratuita obbligatoria fino a 18 anni, cessazione del finanziamento pubblico alle scuole e università private;
  • democratizzazione della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Forze Armate;
  • ritorno alla legge elettorale proporzionale, senza sbarramenti;
  • lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e alla rendita parassitaria;
  • applicazione e diffusione di tecnologie non inquinanti e che consentano il risparmio energetico;
  • sanzioni per imprese che inquinano;
  • adozione e diffusione delle fonti rinnovabili e alternative di energia.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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