Cybertruck, e una riflessione a latere per tutti i designer

Pubblicato il 9 Dicembre 2019 alle 20:54
Aggiornato il: 3 Gennaio 2020 alle 18:45
Autore: Nicolò Zuliani
Cybertruck, e una riflessione a latere per tutti i designer

Due settimane fa Elon Musk ha presentato la sua nuova automobile e in Internet non s’è parlato d’altro, soprattutto per una presentazione non proprio riuscita. Per i miei gusti – che si possono sublimare nelle Pininfarina del 1939 – il Cybertruck è l’opposto della bellezza, ma per milioni di persone no. Le preordinazioni del Cybertruck sono schizzate alle stelle, anche se non è chiaro se verrà davvero prodotta; il sito ufficiale dice 2021, ma Elon Musk è uno di quei geni strampalati di cui non si può prevedere la decisione finale. Il punto non è l’auto in sé, non è nemmeno il design stile futuro distopico, l’infrangibilità dei vetri, la carrozzeria blindata prodromo di rivolte civili a metà tra Johnny Mnemonic e Blade runner.

Il punto è la risposta che hanno dato da tutto il mondo.

Le automobili di oggi nelle linee, nei colori e negli interni somigliano a quelle precedenti, a volte anche delle rivali. Per strada non mi capita di dire “voglio QUELLA” quando passano macchine contemporanee; continuo a guidare una vecchia 600 che posso parcheggiare dove voglio e fregarmene se l’ammaccano perché non mi innamoro. La prima macchina che m’ha fatto battere il cuore è stata l’Audi TT proprio perché aveva qualcosa di differente, sportivo ed elegante insieme. Oggi nella stragrande maggioranza dei casi mi sembrano cassoni, repliche di repliche di repliche indipendentemente da quanto costino o di che casa siano.

Gli esperti diranno che ci sono grandi differenze di consumi, prestazioni, sicurezza, affidabilità, ma questa è testa.

Non so se è così anche per le donne, ma un uomo una macchina la sceglie con il cuore; si innamora a prima vista, tra la folla vede solo lei. Bentley, Rolls Royce, Porsche oggi creano questi cosi grossissimi, costosissimi, lussuosissimi che oltre a essere pressoché inutilizzabili in città, adesso se ci passa vicino un Cybertruck scompaiono. Guardare quell’auto in video ti fa sentire profumo di nuovo, di futuro, di coraggio e anche di cazzimma notevole. Anche vicino a un Hummer o a un Knight XV le farà sfigurerare, è una specie di astronave.

Per me sarà anche orribile ma è qualcosa di nuovo.

E mi fa effetto che l’Italia, il paese capace di generare menti geniali in grado di pensare fuori dalla scatola, non ne faccia parte. L’unica innovazione che abbiamo avuto a livello estetico l’ha fatto Lapo Elkann dipingendo le carrozzerie della Fiat 500 versione 76434° con le fantasie dei tessuti. Mi auguro almeno abbia il fiuto da imprenditore per contattare Musk e proporgli di dipingere il Cybertruck in urban camouflage, perché a quel punto potrei trovarla addirittura bella.

O almeno così penserei guidando una Pininfarina del 1939.

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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