Recupero punti patente: numero minimo e massimo, come funziona

Pubblicato il 18 Gennaio 2021 alle 05:47 Autore: Claudio Garau

Punti patente: la legge in proposito e le regole da seguire per non subire la decurtazione. Il numero minimo e massimo di punti e come recuperarli

Recupero punti patente: numero minimo e massimo, come funziona

La patente a punti, è stata introdotta nell’ormai lontano 2003, e da quell’anno ha in buona sostanza rivoluzionato la vita di tutti gli automobilisti, i quali da non pochi anni si trovano a dover prestare ancora più attenzione che in passato, a quelle che sono le prescrizioni e i divieti contenuti nel Codice della Strada. Ciò al fine di non incappare in una spiacevole decurtazione punti patente. Qui di seguito vogliamo soffermarci sul meccanismo di recupero dei punti patente perduti: come funziona? qual è il numero minimo e massimo di questi punti? Vediamolo.

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Punti patente: il contesto di riferimento e la legge in proposito

Il sistema dei punti patente prevede un punteggio iniziale di 20 punti, per ogni automobilista. Tali punti potranno essere decurtati, a causa di eventuali infrazioni al CdS, ma anche potranno essere aumentati in ipotesi di comportamento prudente e rispettoso di tutte le regole sulla circolazione stradale. In queste ultime circostanze, in particolare, i punti patente potranno crescere di due unità ogni biennio e fino ad un massimo di 30 punti ottenuti in un quinquennio di guida sempre diligente. I neo-patentati avranno invece un aumento di un punto per ogni anno, se guidano senza infrazioni nei primi tre anni di patente.

Come sopra accennato, la patente a punti è entrata in vigore nel luglio del 2003, con la legge n. 214 di quell’anno, e il suo funzionamento è attualmente regolato dall’art. 126 bis del Codice della Strada. In particolare la legge appena citata ha introdotto il dovere per il proprietario del veicolo di dichiarare entro 60 giorni dalla notifica del verbale di multa chi era alla guida del mezzo a motore, al fine di poter applicare senza errori la sanzione accessoria della decurtazione dei punti. Ci si può certamente opporre alla multa, tuttavia l’eventuale opposizione non sospende l’obbligo di comunicare le informazioni sul conducente.

Va altresì ricordato che non tutte le infrazioni al CdS prevedono anche la sottrazione dei punti patente, ovvero soltanto per alcune violazioni – oltre alla sanzione pecuniaria vera e propria – scatta per legge anche la sanzione accessoria della decurtazioni dei punti.

Come recuperare i punti?

È chiaro che la rilevanza decurtazione dei punti patente cambia a seconda della gravità della violazione. Per esempio, in caso di guida contromano in curva, sorpasso pericoloso o di trasporto di sostanze pericolose senza autorizzazione, la decurtazione arriva fino a 10 punti in meno. Ma potrà anche essere di un solo punto in caso di violazioni di lieve entità, come ad esempio l’uso improprio dei fari.

Per coloro che hanno preso la patente di guida da poco tempo ovvero negli ultimi 3 anni, vale a dire i neopatentati, vale una sanzione raddoppiata, in ragione del fatto che ad essi il legislatore richiede particolare attenzione alla guida, proprio perché ancora inesperti.

È interessante notare che se all’automobilista sono sottratti punti, potrà comunque recuperarli integralmente (20 punti) se, nel biennio successivo, non commetterà nessun’altra infrazione al CdS che preveda la sottrazione di punti patente.

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In alternativa, sarà possibile recuperare i punti patente seguendo gli appositi corsi di recupero, organizzati dalle scuole guida (tuttavia non sarà possibile superare il limite dei 20 punti). Per il controllo dei punti patente, anche online, leggi qui.

Che succede se il numero dei punti patente scende a zero? Ebbene, in questo caso l’automobilista è tenuto a fare la revisione entro 30 giorni dalla notifica che la impone, altrimenti la patente subirà la sospensione. Ciò significa che in pratica l’automobilista può sempre circolare, ma dovrà anche sostenere la prova teorica e la prova pratica della patente, ovvero l’esame di revisione. Presentarsi a tale esame è obbligatorio e non farlo comporterebbe il ritiro della patente e il divieto di guidare. Superato detto esame, l’automobilista potrà nuovamente circolare in libertà, con i 20 punti riguadagnati.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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