Termometro Finanziario: la BCE si prepara a comprare sempre più titoli di Stato

Pubblicato il 3 Settembre 2012 alle 10:58 Autore: Giovanni De Mizio
termometro finanziario

Termometro Finanziario: la BCE si prepara a comprare sempre più titoli di Stato

 

Ultima settimana di agosto sostanzialmente stabile sui mercati finanziari, con pochi spunti a causa delle importanti novità attese nelle prossime settimane specie dal punto di vista delle banche centrali.

Il 6 settembre il governatore BCE Mario Draghi dovrebbe annunciare quali saranno le prossime mosse dell’istituto a difesa dell’euro. Gli analisti si attendono un assaggio dell’ormai celebre bazooka che da più parti viene ormai richiesto insistentemente. La BCE è attesa far ripartire una nuova versione del Securities Markets Program (SMP), ovvero un programma di acquisti di titoli di Stato volto a piegare i rendimenti e quindi gli spread. La vecchia versione del programma, in due tranche, si è configurata insufficiente sia per dotazione che per questioni politiche, visto che, come è noto, diversi Paesi dell’Europa centrale e settentrionale (in primis la Germania) sono contrari a interventi della BCE sul mercato secondario, specie senza alcun limite.

Il nuovo programma dovrebbe concentrarsi sui titoli a più breve scadenza, e l’intervento della BCE sarebbe comunque condizionato a richiesta di aiuto dello Stato membro (probabilmente il primo Stato sarà il Portogallo) e quindi al rispetto di paletti imposti dalla Troika. L’intervento sarebbe comunque un assaggio volto a verificare la prontezza della forza di fuoco della BCE in vista di crisi ben più gravi come quella di Spagna e Italia. Il successo del nuovo programma dipenderà molto dalle scadenze su cui si concentrerà il bazooka dell’Eurotower: se la BCE dovesse occuparsi solo dei titoli fino ad un anno, il programma sarebbe praticamente inutile, mentre acquisterebbe significatività intorno ai titoli con scadenza a tre anni. I dettagli, eventualmente, saranno resi noti nei prossimi giorni: i lavori sono ancora in corso, come si è potuto notare dall’assenza di Draghi dal simposio di Jackson Hole, segno che la lotta contro i falchi è ancora apertissima.

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I mercati, insomma, si attendono una nuova ondata di liquidità cui farà seguito, molto probabilmente, il terzo round di alleggerimento quantitativo (QE, quantitative easing) da parte della Federal Reserve, che si riunirà il 12 e 13 settembre: il tempo continua a stringere e l’economia mondiale continua a rallentare. Dopo Cina e India, anche il Brasile comincia a mostrare segni di rallentamento, e il 2012 potrebbe chiudersi infine con una crescita a tassi “europei” (cioè inferiore al 2%): un pessimo risultato per un’economia emergente che cresceva a un tasso del 7,5% nel 2010.

Passando all’agenda macroeconomica, va ricordato che lunedì i mercati USA saranno chiusi per via del Labor Day che segna la fine dell’estate. Si attende una raffica di dati provenienti dai sondaggi presso i direttori degli acquisti (PMI) nel settore manifatturiero provenienti da Australia, Cina, Spagna, Italia, Germania, Unione Europea e Regno Unito. Il livello di attività dovrebbe essere in tutti i casi inferiore ai 50 punti che segnalano un’economia diretta verso l’espansione. Martedì toccherà invece al dato ISM manifatturiero USA, che misura il livello di attività del settore: il dato è atteso proprio a 50, in lieve risalita dai 49.8 della rilevazione precedente.

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