Rosario Crocetta attacca il Pd: “Il Megafono non sarà messo a tacere”

Pubblicato il 22 Luglio 2013 alle 16:42 Autore: Redazione

È ormai scontro a viso aperto tra il governatore della regione Sicilia Rosario Crocetta (Pd) e la dirigenza del suo partito.

Infatti, sabato scorso, la direzione siciliana democrat ha approvato un documento contenente una disposizione ad personam: è vietato possedere la “doppia militanza” per gli iscritti al partito di Epifani.

Una volta operativa, tale norma non consentirà più al governatore siculo di partecipare in prima persona alla lista Il Megafono – Lista Crocetta, da lui fondata in occasione delle elezioni regionali dell’ottobre 2012.

L’ex sindaco di Gela ha da subito esternato i suoi malumori: “Nessuno pensi di intimidire, nessuno pensi di far prevalere i muscoli dei pacchetti di tessere dentro il dibattito politico del Pd. Non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia militanza nel Pd: è anche il mio partito. Ma nessuno pensi di poter utilizzare quei muscoli per cancellare un’idea. Il Megafono non ha sede, non ha un organismo regionale, uno statuto”. E ha poi affermato: “Nessuno toglierà le pile al Megafono, sono a lunghissima durata, alimentate ogni giorno dalle energie che vengono da tante nuove idee e dalla società siciliana e del resto d’Italia, non ci piegheranno”.

Il Megafono è una delle tante liste di supporto alle coalizioni – vicina al Pd – che, alle scorse elezioni dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha ottenuto 118.346 voti (6,17%) e 5 deputati regionali (oggi 6).

Una lista trasversale, data la presenza dell’ex forzista Nello Dipasquale. A livello nazionale, la lista ha candidato al Senato della Repubblica il democratico Giuseppe Lumia, risultato poi eletto.

il megafono lista crocetta

Ma la vera sorpresa della protesta-show di Crocetta è stata la dichiarazione sulla possibile candidatura alla segreteria nazionale: “Sfidare Renzi al congresso? Vediamo”.

E ancora: “Io ho salvato il Pd in Sicilia, perché sarebbe stato travolto dagli scandali, e invece continuo a subire attacchi in altri tempi il partito avrebbe mandato uomini come Pio La Torre a fare pulizia. Il nuovo Pd deve essere basato sul rispetto e deve dire basta alle correnti che, in nome dei rapporti di forza che devono avere tra loro, non esitano a prendere chiunque – sostiene Crocetta -. E basta con congressi inutili ogni anno. Il Partito democratico deve fare scelte di responsabilità che gli italiani chiedono per risolvere i problemi. Noi non cederemo, noi non chineremo il capo, noi stiamo facendo la battaglia per la libertà”.

Crocetta è pronto a esportare la “rivoluzione siciliana” anche a Roma e nella segreteria del partito di via del Nazareno questa nuova candidatura potrebbe spaccare ancor di più il fronte del cambiamento.

davide faraone pd sicilia

davide faraone deputato pd sicilia vicino a renzi

A suo tempo, il deputato renziano Davide Faraone ha invitato il governatore a “smetterla di distrarsi e di pensare invece ai problemi della Sicilia”. L’ambizione del governatore potrebbe scontentare il Pd siciliano, concretizzando così il pericolo scissione: a quel punto sarà troppo tardi annunciare la disfatta col suono sordo di un megafono.

L'autore: Redazione

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