Il MUOS di Niscemi; le perizie confermano la pericolosità delle radiazioni

Pubblicato il 10 Febbraio 2014 alle 14:29 Autore: Marco Caffarello

Completati i lavori delle antenne satellitari del MUOS di Niscemi, organizzazioni indipendenti, mondo accademico e dei media continuano a gridare al mondo la pericolosità delle radiazioni emesse dal ‘Mostro a Tre Teste’. Molti suoi effetti sono ancora del tutto ignoti.

E’ di solo qualche giorno fa la notizia riportata da un breve comunicato ANSA secondo la quale le gigantesche parabole della stazione satellitare americana MUOS ( Mobile User Objective System), ubicate, come molti sapranno, a Niscemi, in provincia di Caltanisetta, sono state tecnicamente messe ‘in posizione’, una misura questa che lascia intendere come sia ormai imminente il lancio della piena funzionalità.

Perchè il sistema divenga operativo manca ora infatti solo l’installazione di tre particolari antenne elicoidali, le antenne UHF, e a quel punto, dopo ulteriori verifiche e test sperimentali, si potrà a tutti gli effetti ‘inaugurare’ il gigante made in USA che tante polemiche da qualche anno a questa parte sta suscitando, non solo tra gli esponenti della politica, vedi il botta e risposta a distanza tra l’attuale Presidente di Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e il corpo diplomatico americano, ma sopratutto tra i residenti della zona, preoccupati che la piena funzionalità di questo ‘gigante a tre teste’ possa essere nocivo per la loro salute.

E a ben donde, si potrebbe dire, perchè studi e ricerche scientifiche, recenti e passate, confermano che il campo elettromagnetico( EM) generato dalle gigantesche parabole dal diametro di 20 metri ciascuna, produce e genera conseguenze biologiche nelle persone che sono direttamente esposte. Ad affermarlo il professor Marcello D’Amore, docente ordinario di Elettrotecnica presso la facoltà d’Ingegneria civile e industriale dell’Università di Roma La Sapienza, nominato tra l’altro lo scorso luglio dal TAR di Palermo perito per la valutazione scientifica relativa al ricorso presentato dal Ministero della difesa contro la revoca delle autorizzazioni ai lavori d’installazione del nuovo sistema di telecomunicazioni Usa, firmata a quel tempo dalla regione Siciliana. Ricorso quello regione Sicilia dapprima vinto nel luglio del 2013, e poi ‘annullato’ dallo ‘strano dietrofront’ di Crocetta che optò, nonostante la vittoria, per la ripartenza dei lavori.

Dopo la sentenza del Tar l’Istituto di Sanità Superiore dello Stato comunicò puntualmente alla stampa infatti che studi dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulle parabole del MUOS dimostravano “che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici erano stati rispettati in larga misura“.

Ma è proprio così? O c’è dell’altro? Stando alla perizia del professore de La Sapienza la verità sembrerebbe infatti ben altra; quando lo scorso 24 giugno il professore di Roma, insieme ai suoi colleghi del Politecnico di Torino, i professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu, consegnarono la relazione finale, questa affermava, e con vigore, rilievi e considerazioni d’insostenibilità ambientale del MUOS e della base NRTF. Se si leggono infatti le righe del rapporto firmato da coloro che solo qualche mese fa furono incaricati dal ministero di valutare l’impatto del mostro americano sull’ ambiente e sulla salute dei residenti, ci si rende conto che le affermazioni a ‘stelle e strisce’, confermando la piena compatibilità delle radiazioni elettromagnetiche con i parametri e gli standard imposti dalla legge, sono infondate, se non del tutto false e pilotate.Così infatti si legge:”L’analisi di conformità di NWSC è priva del rigore e della completezza necessari a garantire la piena validità dei risultati i quali, pertanto, non consentono di verificare il rispetto dei limiti di campo EM previsti dalla legge”, scrive D’Amore, che poi aggiunge. “Dunque si deve rilevare la non attendibilità delle analisi di conformità presentate per quanto riguarda l’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici irradiate dalle antenne paraboliche del MUOS”.

Ciò che contestano i tre esperti riguardo alle analisi e alle dichiarazioni degli americani è infatti la totale ‘storpiatura’ con la quale le verifiche sono state effettuate: i militari, spiega il professor D’Amore, non hanno considerato né il campo elettrico, né il campo magnetico, né la densità di potenza del MUOS nei territori limitrofi, ed in particolare nel Comune di Niscemi che dista appena 5 km dalla base NRTF.  “A tal riguardo si rileva che il riflettore parabolico, di diametro 18,4 m, emette il campo EM alla frequenza di 31 GHz, pertanto il campo vicino radiativo si estende lungo la direzione di massima radiazione dalla regione di campo reattivo fino alla distanza di 67,7 km”, si legge dal rapporto.

Tra le tante cose assenti nella perizia redatta dagli esperti americani ( che proprio in questi giorni stanno facendo un giro tra le scuole della zona per rassicurare bambini e famiglie sull’assoluta sicurezza del mega impianto) anche la valutazione del contemporaneo funzionamento delle parabole satellitari, un particolare questo tutt’altro che irrilevante dato che a Niscemi sono già presenti, come se poi non bastasse, 46 antenne nella stazione NRTF (45 operanti nella banda di alta frequenza a 3-30 MHz e una in bassa frequenza a 46 kHz).

Nessuna stima di campo EM è stata fatta infine considerando il contemporaneo funzionamento di più antenne”, si legge infatti nel rapporto del professore de La Sapienza.

Continuando la lettura ci si accorge inoltre che la Marina militare Usa non ha presentato riscontri tecnici che comprovino l’inesistenza di conflitti con emissioni elettromagnetiche in arrivo o in partenza dall’installazione di Niscemi, imputabili ai trasmettitori MUOS in banda Ka o a quelli di tipo elicoidali UHF; come a dire, non è stato valutato se le radiazioni emesse dalle tre bocche del MUOS possano o meno ‘sabotare’ altri sistemi satellitari, anche di un certo rilievo, come quello di un aeroporto ad esempio. Nessuno studio è stato mai presentato infatti, spiega D’Amore, in relazione a possibili effetti dell’interazione del campo EM del MUOS su strutture aeroportuali ed aeromobili, come quelle nelle vicinanze della stazione di Niscemi, quali i tre scali aerei di Comiso, distante appena 25,48 km, Sigonella a 55,34 Km e Catania-Fontanarossa a 69,97 km.

Se, come abbiamo visto, le radiazioni del MUOS possono superare tranquillamente i 60 Km, e potrebbero, data l’assenza di perizie a riguardo, anche sabotare o alterare altri sistemi satellitari, nonché accrescere di potenza dato il contemporaneo sovrapporsi dei campi EM, quale potrà essere quindi il loro impatto in un Comune e sulla popolazione residente che dista solo pochi km dalla loro bocca?

Una risposta questa che viene data dalle parole del professor Massimo Zucchetti, esperto di Protezione dalle Radiazioni presso il Politecnico di Torino e ricercatore dell’Institute of Technology del Massachusetts, che già nel 2011, relativamente al caso MUOS, così dichiarò:” le tre parabole possono aumentare i rischi per la popolazione in modo esponenziale. Studi e perizie dimostrano infatti che il Muos può essere nocivo e portatore di tumori, leucemie, cataratte, riduzione della fertilità.

Eppure, ancora una volta, (e la ‘gita’ tra i banchi di scuola dell’expertise USA potrebbe suonare in tal senso) il corpo diplomatico a stelle e strisce continua ad affermare la negazione di ogni possibilità di rischio per i residenti della zona, una dichiarazione questa, che stando a quanto afferma il professor D’Amore, palesa una sostanziale ‘malafede’ da parte dell’establishment, non si sa ‘straniero’ fino a che punto :” Tale conclusione basata su motivazioni analoghe a quelle riportate dal NWSC e dal Team MUOS Niscemi, non può essere condivisa in quanto il rapporto di conformità si limita al calcolo di livelli di campo lontano e non in campo vicino come si dovrebbe, trascurando di simulare la mappa del campo EM in vicinanza del terreno”.

Associazioni indipendenti che in questi anni si sono impegnati nel contrastare i piani degli americani, come i NO MUOS, l’Associazione ElettroSmog Sicilia, ma anche giornalisti indipendenti come Antonio Mazzeo che proprio in questi giorni presenterà il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo”Il MUOStro di Niscemi – per le guerre globali del XXI secolo“, in coincidenza quindi con il completamento dei lavori del mostro a tre teste, hanno ripreso la loro protesta gridando al mondo non solo la sostanziale malafede dell’expertise americana, ma più drammaticamente, e concretamente, il pericolo che la popolazione locale sta ora correndo. E giusto chiedersi, in conclusione, perchè alla fine infatti Crocetta ci ha ripensato?

 

http://ansa.it/web/notizie/collection/regioni_sicilia

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