PA: l’innovazione è un extra?

Pubblicato il 25 Novembre 2014 alle 16:43 Autore: Guido Scorza

La premessa è che questa storia è certamente uguale a migliaia di altre storie che appartengono al quotidiano dell’amministrazione italiana e, anzi, forse meno grave.

La racconto solo perché mi ci sono casualmente imbattuto.

L’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato ha bandito una gara, che si avvia ora ad aggiudicare, per acquistare un “servizio di classificazione del materiale dell’Autorità” consistente – stando ai documenti di gara – in un’attività di catalogazione, classificazione ed inserimento nell’archivio informatico dell’Autorità degli atti e dei documenti in transito presso la medesima Autorità.

Sempre stando ai documenti di gara è un’attività che richiederà circa 3200 ore di lavoro all’anno e, dunque, la designazione di due risorse e costerà all’Authority per i prossimi tre anni – ovvero quelli ai quali si riferisce il servizio – circa 150 mila euro.

Non sono certamente numeri da giustificare che si gridi allo scandalo né che ci si sorprenda.

Viene però da chiedersi – senza voler puntare in alcun modo l’indice contro l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che, probabilmente, segue una prassi diffusa – come sia possibile che nel 2014, un’Amministrazione con oltre 270 unità, costi di esercizio in bilancio per quasi 50 milioni di euro all’anno e tanto di ufficio servizi informatici e tecnologici abbia bisogno di andare ad acquistare all’esterno servizi di classificazione e catalogazione di documenti che non fanno parte di un archivio storico che, magari, si è meritoriamente deciso di digitalizzare e rendere accessibile al proprio personale o al pubblico ma sono, più semplicemente, quelli in transito quotidianamente presso la stessa Autorità e che rappresentano la struttura documentale portante della sua attività.

Guai a voler svilire le competenze specifiche dei documentaristi/archivisti – straordinariamente preziose in un contesto nel quale si rischia quotidianamente la disinformazione per eccesso di informazione – ma la sensazione è che la classificazione, catalogazione ed archiviazione di atti e documenti negli archivi informatici, nel 2014, dovrebbe essere parte integrante dell’attività di ogni amministrazione e dovrebbe svolta – eventualmente previa acquisizione delle necessarie competenze e/o acquisizione degli applicativi informatici del caso – direttamente dal personale in forza ad ogni amministrazione.

Un bando per l’acquisto di servizi di classificazione ed archiviazione di documenti correnti, addirittura per tre anni sembra quasi raccontare che, purtroppo, l’innovazione – persino in amministrazioni che come l’AGCM si confrontano ogni giorno con Internet e con le nuove tecnologie – resta un extra.

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