Perché i forconi non mi convincono

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 alle 21:20 Autore: Alessandro Siro Campi
Perché i forconi non mi convincono

Condivido in pieno ciò che dice Lameduck sulla rivolta dei forconi:

No, cari amici. Sapete quanto vi voglio bene ma, che questi forconi siano protesta popolare genuina al 100%, “non mi faccio persuasa”, come direbbe il commissario Montalbano.
E’ primariamente un fatto di pelle, istintivo, che però ha a che fare con corsi e ricorsi storici e che sollecita una semplice considerazione finale.
La Sicilia ne ha viste tante di queste rivolte. Sinceri malcontenti popolari e proteste che troppo spesso finivano per essere manipolate da banditi asserviti al potere superiore. Ricordate Portella della Ginestra, con Salvatore Giuliano arruolato nella Guerra Imperiale Contro il Comunismo e mandato a far strage dei contadini in rivolta?
Anche la Mafia nacque come entità a difesa degli oppressi. Abbiamo visto come è finita. Il senso è che puoi ribellarti ma solo come piace a chi già comanda. Le cose possono cambiare purché non cambi nulla. Il gattopardo vive ancora da quelle parti ed ha sempre fame di carne e sangue freschi.
I mali dell’isola non nascono ieri mattina. Negli ultimi anni la Mafia non si è affatto ritirata in campagna a ricordare i bei tempi di Don Vito Corleone. E’ sempre più viva e lotta con(tro) di noi nei consigli di amministrazione e nei gangli vitali della società. Ultimamente si sta trovando da dio al Nord, nelle capitali che fanno credere di odiare i terroni ma poi fanno affari con tutte le mafie del sud.
Guarda caso, ed ecco la considerazione finale, in diciassette anni di Berlusconismo reale non s’è levato, che dico un forcone, ma neppure una forchetta, contro la povertà, la disuguaglianza e il sistema di potere che da sempre incapretta i siciliani onesti quando non li uccide a sangue freddo.
Ora che qualcuno che non pestava i piedi a nessuno, tanto meno alle categorie dalle quali era stato sponsorizzato ed eletto è stato messo da parte e, in qualche modo, la sua destra gattopardesca e collusa non spadroneggia più, guarda caso, riecco i tassisti incazzati alla Taxi Driver che già furono precettati in blocco contro la riforma Bersani e il governo di centrosinistra. Riecco gli autotrasportatori e i blocchi stradali. Le intimidazioni e le botte contro chi non si associa alla protesta. Gli annunci che “ritorneremo presto”. Neanche un mezzo manganello o una bomboletta di gas a sedare le proteste, al contrario di ciò che succede con le varie NoTav. No, non ci fregate.
Inoltre, quando ci sono di mezzo gli autotrasportatori – non è per cattiveria – ma vengono in mente gli scioperi che paralizzarono il Cile di Allende, per poi placarsi una volta che il bieco fascismo di Pinochet, sponsorizzato dalle multinazionali, si incaricò di fare piazza pulita dei comunisti. Una scena già vista. Un deja-vu.
Se tra i forconi ci sono di mezzo i fascisti – Forza Nuova, per l’esattezza – non vi sorprenda che la rivoluzione, come la chiamate, provenga dalla destra estrema. L’estrema destra è anticapitalista tanto quanto l’estrema sinistra. Il fascismo è rivoluzionario, ma nel senso che, dopo essersi accaparrato i consensi del popolo ed essersi proclamato socialista e difensore della nazione, dopo aver rovesciato il mondo, alla fine rimette sempre le cose al loro posto, cioè a vantaggio dei (pre)potenti. E’ una rivoluzione che finisce sempre in Vandea e il discorso vale anche per certi comunismi.
Non dobbiamo farci fregare. Sono sempre loro.

L'autore: Alessandro Siro Campi

Alessandro Siro Campi nasce nel 1975. Si laurea nel 2000 in Ingegneria Informatica e consegue il dottorato nel 2004. Dal 2005 è ricercatore presso il Politecnico di Milano dove si occupa di Web e di interrogazioni e mining dei dati. Il suo blog personale è Alesiro
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