Venezuela, il chavismo verso il precipizio

Continua il caos in Venezuela. A Caracas, l’ennesima manifestazione di protesta contro la scarsità di beni di prima necessità è stata repressa da agenti in tenuta antisommossa, i quali hanno fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere i dimostranti, evitando così che si avvicinassero al Ministero dell’Alimentazione. Sebbene le proteste siano esplose lo scorso febbraio, il recente clima di forte tensione è dovuto alla forte esasperazione popolare: “Qui c‘è gente che si batte per un futuro migliore perché in Venezuela non c‘è futuro! Ci vuole un grande cambio, ma la sola risorsa che abbiamo come venezuelani è di ribadire la nostra dignità”.

Gli scontri dello scorso giovedì avvenuti nella capitale venezuelana, che hanno causato due morti, testimoniano come ormai la situazione nel Paese sia totalmente fuori controllo: finora, si sono registrati venti morti durante il mese delle proteste contro l’inflazione, la mancanza di generi di prima necessità e la criminalità. Il governo non riesce a più a porre fine alla violenza generata dalle proteste, mentre a livello internazionale appare sempre più “isolato”. L’Organization of American States (OAS) si limita a un documento di solidarietà e invita al dialogo fra le parti del Paese, mentre l’Unión de Naciones Suramericanas (UNASUR) preferisce una posizione di equilibrio.

Il Presidente Nicolás Maduro si difende insistendo sulla linea della delegittimazione: “Quelle non sono proteste, ma puro vandalismo”, così ha dichiarato in occasione di un discorso ufficiale. Nel frattempo, i media di Stato badano a censurare gli scontri, ma dedicando maggiori attenzioni alle manifestazioni a favore del governo: si tratta di estremi tentativi (gli ultimi?) volti a salvare il chavismo ormai giunto alla fine. Le proteste in piazza non sono l’unico problema per il governo da risolvere: infatti, nonostante sia uno dei principali produttori di petrolio, il Venezuela registra un’inflazione annua del 56% e da diversi mesi non sono più reperibili nel Paese i prodotti di prima necessità, come carta igienica, farina e latte.