Crisi Ucraina: Yatseniuk da Obama. Turchinov: “non invieremo truppe in Crimea”

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“Sosteniamo l’Ucraina, il popolo ucraino e la legittimità del nuovo governo di Kiev” così ha detto Jay Carney, il portavoce della Casa Bianca, a margine dell’incontro di oggi tra Obama e il premier Yatseniuk.

Joe Biden, vice-presidente USA, è tornato dalla missione in America Latina per essere presente all’incontro, Il Segretario di Stato John Kerry sosterrà, col Premier ucraino, un incontro separato: intanto, il Congresso, ha approvato una risoluzione che condanna le violazioni russe della sovranità territoriale ucraina e chiede il boicottaggio del G8 di Sochi.

“Questa risoluzione è una parte importante del più ampio sforzo per aiutare l’Ucraina e far pagare dei costi reali alla Russia” ha detto Ted Royce, repubblicano californiano e Presidente della Commissione Esteri, che ha poi aggiunto come, “in termini chiari ed evidenti”, il testo evidenzi l’importanza per gli Stati Uniti di un’Ucraina democratica e prospera, oltre che territorialmente integra.

I deputati americani chiedono alla Russia di ritirare tutte le sue forze militari in Crimea, escluse quelle presenti in virtù del trattato del 1997.

Nel frattempo il primo ministro della Crimea Aksenov ha annunciato che domenica prossima, durante le votazioni che potrebbero ufficializzare il passaggio della Crimea alla Federazione Russa, verrà chiuso lo spazio aereo per motivi di sicurezza: i voli verso l’aereoporto di Sinferopoli sono già stati parzialmente limitati, lo ha annunciato il vice-premier crimeano Temirgalyev, per evitare l’arrivo in massa di “provocatori” da Kiev.

La Crimea è sempre più lontana da Kiev: il presidente ucraino ad interim Turcinov ha di fatto alzato bandiera bianca.

“L’Ucraina non invierà il suo esercito in Crimea per evitarne la secessione perché in quel caso lasceremmo scoperti i nostri confini orientali, dove la Russia ha già ammassato significative unità corazzate – ha spiegato Turcinov – ci stanno provocando per avere una scusa per intervenire in Ucraina, ma non seguiremo il copione scritto dal Cremlino”.

Guglielmo Sano