La Santa, il volto livido di un Sud abbagliante

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La Santa: quattro uomini senza niente da perdere organizzano il colpo che potrebbe cambiare le loro vite.

L’impresa, già di per sé rocambolesca, si traduce in qualcosa di scalcinato e grottesco, finché la commedia nera diventa pulp. Questa è la traiettoria disegnata dal film La Santa, per la regia di Cosimo Alemà, interpretato da Massimiliano Gallo, Gianluca Di Gennaro, Francesco Siciliano, Michael Schermi, Lidia Vitale e Marianna Di Martino.

Agostino (Massimiliano Gallo), Gianni (Gianluca Di Gennaro), Dante (Francesco Siciliano) e Diego (Michael Schermi), ciascuno gravato dal proprio bagaglio esistenziale, arrivano in un piccolo paese della Puglia intenzionati a rubare la preziosa statua della santa del paese. Apparentemente il colpo è facile e privo di complicazioni, se non fosse che in questo luogo, in cui il tempo sembra essersi fermato, religione e feroce superstizione sono ingredienti di una miscela esplosiva. La comunità è immersa in un equilibrio precario, per niente placido, in cui il minimo cambiamento fa affiorare e scatenare una crudeltà atavica e sotterranea. Per i quattro, il furto segna così un punto di non ritorno, dopo il quale niente sarà più come prima.

Cosimo Alemà ha al suo attivo più di 400 videoclip musicali, nonché numerose collaborazioni con artisti italiani e internazionali tra cui Fabri Fibra, Subsonica, Tiziano Ferro, Le Vibrazioni, Mina, Zero Assoluto, Ligabue, Max Pezzali, Mina e Afterhours. Nel 2011 il regista romano ha poi realizzato un horror intitolato At The End Of The Day – Un giorno senza fine.

Il film, presentato lo scorso novembre nella sezione Fuori Concorso del Festival Internazionale del Film di Roma, è a metà tra il noir e l’action movie. L’atmosfera, come pure in At The End Of The Day, richiama il clima allucinato de Un tranquillo weekend di paura. Ne La Santa un’intera comunità è coinvolta in una caccia all’uomo spietata e convulsa; il paesaggio salentino, punteggiato di ulivi, muretti a secco, e vicoli bianchi evoca un Sud ancestrale, tribale, in cui il proibito (droga, sesso, ambizioni) striscia nell’ombra e l’inquietudine è l’altra faccia di un sole che tiranneggia la sua gente. Le musiche, che scandiscono e sottolineano i principali snodi della storia, sono di Gianna Nannini, Ninos du Brasil, Der Noir, Triace e Zimbaria.

La Santa è un film capace di solleticare i nervi scoperti dello spettatore, grazie al contributo congiunto del regista e degli attori, e quindi è da vedere, per chi vuole assaporare il retrogusto aspro di luoghi troppo spesso deformati da rappresentazioni da cartolina. Una pellicola che piacerà a chi ha gustato, anni fa, quel piccolo gioiello che è La CapaGira.

Francesca Garrisi