Vegnen chi dall’Africa a sufegam

Oggi pomeriggio ho fatto una passeggiata tra Misinto e Lazzate. Mi sono fermato davanti a un’edicola di Lazzate per curiosare i manifestini dei giornali locali. Mentre curiosavo arrivano due ragazzini in bici, uno entra, l’altro resta fuori sulla bici a curare la bici dell’amico. Mentre è lì arriva un signore anziano con le stampelle e nonostante il passaggio lì sia larghissimo si rivolge al ragazzino sulla bici dicendogli in malo modo “Alura, te ve fora di ball o no?” (Allora, vai fuori dalle balle o no?). Il ragazzino stupito (peraltro quanto me che assisto alla scena temendo il peggio) si sposta e lascia passare l’anziano. Passato l’anziano torna dov’era bofonchiando qualcosa tra sé e sé. L’anziano lo sente, si gira e gli dice “Se te dì?” (Che hai detto?). Il ragazzino lo guarda in silenzio. Il vecchio agita una stampella in aria e gli dice “Va che ti du” (Va che ti picchio). Il ragazzino, nel dubbio, si allontana di un paio di metri (io ringrazio il cielo che si allontana dal vecchio invece di strappargli la stampella). Il vecchio continua a minacciarlo per un po’ e poi si allontana dicendo “Vegnen chi dall’Africa a sufegam” (Vengono qui dall’Africa a soffocarmi).
Resto a guardare il ragazzino per un momento (più che altro per fermarlo nel caso decida di reagire). Nel mentre esce l’amico e sento che il ragazzino che era rimasto fuori gli dice “Mi ha preso per un extracomunitario e mi ha trattato di merda”. L’altro gli chiede “Chi?” e lui gli indica il vecchietto. Scuotono la testa e si allontanano (io ringrazio ancora il cielo che la reazione è quella).
Mi allontano anch’io pensando a quante volte quel vecchio racconterà di essere stato quasi aggredito da un “extracomunitario di quelli che vengono qui e comandano”.
E penso a che clima abbiamo tutti permesso alla Lega di creare nelle nostre comunità.