Crisi Ucraina, filorussi proclamano l’indipendenza della Repubblica di Donetsk

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Torna a infiammarsi la situazione in Ucraina: domenica è stata una giornata di proteste e scontri alle quali è probabile che seguiranno (ancora più) dure azioni di repressione da parte del governo centrale nelle regioni dell’Est, dove la maggioranza della popolazione è russa, e quindi vorrebbe seguire l’esempio della “sorella” Crimea.

A Kharkiv, proprio domenica, i manifestanti pro-Mosca si sono impossessati del palazzo del governo regionale, adesso sgomberato, e hanno issato bandiere russe alle finestre, è polemica sull’operato della polizia che secondo le autorità di Kiev non avrebbe opposto resistenza al tentativo di occupazione dei manifestanti; proteste anche a Odessa e a Lugansk, dove i filorussi hanno occupato la sede locale dei servizi segreti, riuscendo a impossessarsi di armi da fuoco; negli scontri che sono conseguiti a quest’azione sono rimaste ferite 8 persone, sette manifestanti e un poliziotto che ha riportato una lesione alla colonna vertebrale.

Ma è soprattutto a Donetsk, nel distretto industriale e minerario del Dombass, che la situazione rischia di diventare incandescente: da ieri i manifestanti occupano il palazzo della Regione.

Riuniti all’assemblea, hanno deciso di proclamare l’indipendenza della Repubblica di Donetsk, annunciando lo svolgimento di un referendum sul modello di quello della Crimea per giorno 11 Maggio.

Da Kiev la risposta non si è fatta attendere, il Presidente della Repubblica Turchynov ha convocato per domani un vertice urgente delle autorità ucraine per decretare l’inasprimento delle pene per i separatisti, questi, ha voluto ribadire il capo dello Stato, saranno soggetti ad operazioni antiterrorismo.

A Bruxelles, per bocca del capo della diplomazia comunitaria Lady Ashton non nascondono la propria preoccupazione anche se è immutato il sostegno all’integralità territoriale e all’indipendenza dell’Ucraina.

Suonano ancora di più come un allarme le parole del segretario generale dell’OSCE, Lamberto Zannier, che ha evidenziato: “se l’Ucraina non viene mantenuta come un ponte, come entità che deve trovare equilibrio tra i due campi, c’è rischio di frattura tra metà che va a Est e metà che va a Ovest, una frattura che potrebbe portare a una guerra civile”.

Guglielmo Sano