Rivoluzione francese: Ligue 1 a 10 squadre e 4 punti a vittoria

Monaco-PSG

Un’aria di cambiamento sta invadendo il mondo del calcio. Dopo l’apertura della FIFA alla tecnologia in campo per smetterla una volta per tutte con gli errori arbitrali e l’idea della federazione inglese di far disputare alcuni big match fuori dal territorio inglese, la testata sportiva francese per eccellenza, “L’Equipe”, ha pubblicato un vero e proprio decalogo contenente le indicazioni per salvare il calcio francese.

Le novità proposte dal quotidiano rivoluzionerebbero drasticamente la Ligue 1, il massimo campionato di calcio francese, che passerebbe da 20 a 10 squadre diventando un campionato d’elite ricalcando il modello del rugby. Inoltre le vittorie varrebbero quattro punti anziché tre, mentre i pareggi continuerebbero ad assegnare un punto ad entrambe le squadre tranne nel caso in cui vengano messe a segno più di quattro reti complessive, anche in questo si nota un’influenza netta dello sport dalla palla ovale. Queste modifiche verrebbero apportate al fine di aumentare lo spettacolo del campionato francese e per riportare gli spettatori negli stadi: gli impianti francesi potrebbero rendere oltre cento milioni l’anno alle società se fossero sfruttati appieno.

I tifosi, del resto, diverrebbero azionisti dei club e, anche grazie alla decadenza della tassa nominata “anti-Ibrahimovic” prevista per gennaio, si raggiungerebbe una sorta di equilibrio fiscale tanto voluto da tutti i presidenti dei club francesi. In Francia, infatti, un contratto depositato dalle società costa mediamente due milioni di euro in più rispetto a Italia, Spagna, Inghilterra e Germania. Questi soldi verrebbero riutilizzati per rinforzare le squadre rendendole così più competitive in Europa.

Sono ancora parecchi i consigli de “L’Equipe”, fra questi quello di creare dei tornei giovanili su modello italiano per evitare di costringere i giovani a giocare in quarta o quinta categoria e quello di imporre un tetto agli ingaggi dei giocatori fissato in base alle presenze e ai risultati ottenuti in campo dagli stessi. Fanno discutere, invece, le idee di invitare arbitri e tecnici stranieri poiché sorgerebbe il rischio di un calo della qualità dello staff transalpino.

L’Equipe ha offerto ai burocrati del calcio moltissimi spunti di conversazione. Chissà se verrà applicato anche solo uno di questi consigli?