Serbia-Albania sospesa: a Belgrado vincono l’odio e la violenza

serbia-albania-odio-violenza-belgrado

La notte di Belgrado riapre una ferita mai del tutto chiusa, un doloroso capitolo di storia mai dimenticato. Serbia-Albania, gara valevole per le qualificazioni ad Euro 2016, riaccende quei pericolosi bollori nazionalistici in una regione già martoriata da anni di guerre e di odio. La violenza di quelle immagini, che in pochi secondi hanno fatto il giro del mondo, riporta alla mente uno dei più sanguinosi conflitti dell’ultimo ventennio, la guerra del Kosovo.

CAOS – Il calcio subisce, ancora una volta, un duro colpo. Che l’incontro tra la nazionale serba e quella albanese rappresentasse una seria minaccia per l’ordine pubblico, era cosa piuttosto risaputa. Nessuno ( o pochi ) avrebbero però immaginato che i ragazzi del nostro Gianni De Biasi fossero costretti ad abbandonare l’impianto dove il Partizan Belgrado disputa gli incontri casalinghi, in elicottero. Sì, avete capito bene: è grazie all’intervento dell’esercito serbo che l’Albania è riuscita a raggiungere l’aeroporto della capitale serba a tarda notte. Ma andiamo con ordine: siamo al 42’ del primo tempo, tra Serbia ed Albania nessun goal, è ancora 0 a 0. Improvvisamente un drone con una bandiera inneggiante all’indipendenza del Kosovo, sorvola il terreno di gioco, tra i fischi e gli insulti del pubblico.

Il serbo Stefan Mitrovic riesce ad afferrare la bandiera ed il drone, ma in pochi minuti si scatena l’inferno dentro e fuori il terreno di gioco: il giocatore viene accerchiato e malmenato dai giocatori albanesi.

La situazione diventa fuori controllo quando intervengono pure i tifosi serbi, tra i quali Ivan Bogdanov, appena uscito dal carcere e noto alle Forze dell’Ordine italiane per i fattacci durante Italia-Serbia di quattro anni fa. L’incontro viene definitivamente sospeso dal fischietto inglese Atkinson dopo oltre mezzora di vergogna, con la nazionale albanese costretta a rinchiudersi negli spogliatoi per le minacce dei serbi.

VERGOGNA – “Non ho mai visto una cosa del genere, quattro dei nostri giocatori sono stati picchiati da diversi tifosi e anche da qualche poliziotto serbo”: sono queste le parole del cittì dell’Albania Gianni De Biasi appena atterrato a Tirana. Il premier albanese Edi Rama condanna i fatti, definendoli “vergognosi” ed elogia i giocatori: “Avete vinto voi ieri sera”. Immediata e durissima la replica da Belgrado, dove il Ministro degli Esteri Ivica Dadic accusa gli ideatori di questa “provocazione politica premeditata” e chiede all’Unione Europea di intervenire. “Se la cosa fosse successa a Tirana con un nostro drone e la bandiera della Serbia”, dichiara, “sarebbe già intervenuto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.