Sondaggio SWG per Famiglia Cristiana: gli italiani più ostili verso rom e musulmani

All’interno della campagna “Anche le parole possono uccidere”, è stata realizzata una sondaggio sul modo degli italiani di percepire la realtà e la narrazione collettiva che subiscono e allo stesso tempo creano.Si tratta dell’interpretazione della realtà collettiva che influenza quella individuale così tanto. Per cui eventi o situazioni mai subite personalmente diventano proprie perchè difuse sui media e perchè vissute da altri e poi diventate parte di una narrazione.

Così emerge che

il 36% dichiara di avere temuto che una persona araba vista all’aeroporto potesse essere un terrorista

Anche se praticamente nessuno degli intervistati ha mai subito un dirottamento

l’83% degli intervistati dichiara di avere tenuto sotto controllo il proprio portafoglio quando una “zingara” è salita sull’autobus

Anche se sono stati certo una minoranza ad aver subito un furto, ma probabilmente sono venuti a conoscenza di fatti simili, probabilmente nel passaparola

Sono state indagate le emozioni primordiali che in modo istintivo le persone provano di fronte ad alcune categorie:

Disagio nei  confronti  dei  mendicanti (32%)

Rabbia  nei  confronti  dei  tossicodipendenti  (29%)

Paura  nei confronti dei Rom (27%)

E’ stato poi chiesto di esprimere simpatia o antipatia verso alcune categorie ed i risultati sono i seguenti:

Marcata simpatia  (punteggio medio superiore a 7  in una scala da 1 a 10) per:

i giovani

le donne

gli anziani

i poveri

gli uomini

i cristiani

i meridionali

Atteggiamento neutrale (punteggio pari a 6) per:

i settentrionali

le persone di colore

le persone molto magre

gli omosessuali

le persone molto grasse

gli ebrei

Antipatia  (punteggio medio tra 4 e 5) per:

i  ricchi

i  musulmani

le  persone che chiedono la carità

Marcata antipatia (punteggio medio inferiore a 4) per:

rom e Sinti

tossicodipendenti

Il grado dei pregiudizi non stupisce, in fondo quello che può stupire è che si tratta delle stesse categorie di 50 o 100 anni fa, forse fatta eccezione per meridionali ed ebrei che hanno migliorato le loro posizioni.

Quello che emerge è una società immobile, mentre tutto intorno cambia, certo essere il terzo Paese più anziano al mondo non aiuta a cambiare la visione del mondo.