Rimborsopoli, 48 leghisti indagati dalla Procura di Reggio Emilia

Lega Nord di nuovo al centro di vicende giudiziarie. Come riporta la Gazzetta di Reggio infatti sarebbero 48 i dirigenti e militanti emiliani indagati per “centinaia” di rimborsi spese. Si va dalle cene all’alloggio in albergo dell’ex segretario Umberto Bossi, dagli aperitivi alle bollette della sede di Reggio Emilia. Il totale dei rimborsi è di 250mila euro e 54 sono i capi di imputazione che gravano sugli iscritti al partito. I 48, quasi tutti emiliani e in particolare reggiani, sono indagati per appropriazione indebita aggravata, reato che prevede la reclusione fino a 3 anni più una multa fino a 1.032 euro.

L’inchiesta

Tutti i rimborsi facili riguardano il periodo 2009-2012. Quattro anni passati al setaccio dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi e dalle fiamme gialle. Tutto è partito dopo la denuncia di Marco Lusetti che, successivamente, è stato espulso dalla Lega Nord. Gli altri esponenti di spicco del partito che sono coinvolti nella vicenda sono Angelo Alessandri (ex segretario del Carroccio in Emilia), Giacomo Giovannini, Granfranco Garibazzi (anche lui ex Lega Nord Emilia) e Gabriele Fossa.

Come riporta il quotidiano locale sarebbero molti anche i militanti indagati dalla procura che si sarebbero fatti rimborsare “dalla bolletta anticipata alla sede, al servizio di guida per i camion elettorali, fino a chi ha chiesto i rimborsi per il viaggio effettuato a L’Aquila per portare aiuti ai terremotati”. Tutta l’inchiesta gira intorno ad una presunta irregolarità: molti giustificativi non portano il timbro del partito o di un’altra intestazione. In altri casi queste giustificazioni proprio non esistono.

La reazione

La Lega Nord naturalmente si chiude a riccio. Fa le barricate e si stringe intorno ai propri iscritti. Il consigliere comunale di Montecchio, Gabriele Delmonte, trova un alibi di ferro su twitter : “Storia vecchia”.  Poi in mattinata arriva la nota ufficiale di Lega Nord Emilia che invece di smentire platealmente Delmonte e trovare un’autodifesa più razionale, segue lo stesso dissennato ragionamento logico: “quella che denunciano gli organi di stampa oggi è una vicenda vecchia della quale eravamo perfettamente a conoscenza e sulla quale si sta già facendo la necessaria chiarezza”.

“La Lega– si legge– ha verificato tutta la contabilità regionale sia attraverso gli organi locali che con il supporto della sede federale di  Milano e non è stata trovata nessuna irregolarità”. Agli albori del Carroccio il suo segretario Umberto Bossi diceva: “La Lega non accetta nelle sue file ladri, grassatori e tangentofili perché siamo mossi dalla tensione dell’onestà” (29.02.92). E sappiamo com’è finita tra diamanti e lauree in Albania. Chissà cosa dirà Salvini.