Genocidio armeno: i leader mondiali ricordano il centenario

Genocidio armeno: alcuni leader mondiali tra cui Putin e Hollande si sono recati a Yerevan per il centenario del massacro compiuto dall’Impero Ottomano.

La commemorazione del centenario

Un minuto di silenzio poi il presidente armeno Serzh Sarkisian ha lasciato dei fiori ai piedi dell’imponente memoriale (è alto 44 metri) edificato per ricordare il dolore di un intero popolo e la rinascita della nazione armena. Sotto un cielo plumbeo carico di pioggia c’erano anche alcuni leader mondiali. “Sono grato a tutti coloro che sono qui per confermare il proprio impegno per i diritti umani, per dire che niente è stato dimenticato anche se sono passati 100 anni” ha detto Sarkisian.

A parlare anche il presidente russo Vladimir Putin: “non c’è e non ci sarà mai alcuna giustificazione per gli omicidi di massa, oggi siamo in lutto insieme al popolo armeno”; poi è stato il turno del presidente francese Hollande: “mi inchino alla memoria delle vittime e voglio dire agli amici armeni che non potremo mai dimenticare i torti che hanno subito”. Oltre Francia e Russia, altre 20 nazioni hanno riconosciuto il genocidio armeno in accordo con le risultanze degli storici. 

La reazione della Turchia

Anche il presidente tedesco Joachim Gauck ha ultimamente parlato di “genocidio armeno”. Gauck ha detto che l’allora Impero Tedesco, alleato di quello Ottomano durante il genocidio armeno, “condivide con esso la responsabilità, la colpa del genocidio”. In seguito, ha aggiunto che i soldati tedeschi “hanno partecipato alla pianificazione e in parte all’esecuzione delle deportazioni”.

La Turchia, erede politico e “ideologico” dell’Impero Ottomano, ha ammesso che sì 500mila armeni morirono tra il 1915 e il 1917 ma, si sostiene da Ankara, soprattutto a causa della guerra e della fame, quindi, si respinge la definizione di “genocidio” in riferimento a quei fatti. In realtà, stando alle più recenti stime i massacri e le deportazioni operate dai funzionari ottomani (temevano che gli armeni cristiani aiutassero i russi nell’invasione dell’impero) causarono la morte di un milione e mezzo di persone.