Omar al Bashir: un presidente intoccabile

Omar Al Bashir è proprio un presidente intoccabile. Alla fine il Sudafrica non lo ha arrestato come aveva chiesto la Corte Internazionale dell’Aja che lo accusa di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio commessi nel 2003 in Darfur.

Omar al Bashir: il mancato arresto

Il presidente sudanese, che era a Johannesburg per il summit dell’Unione Africana, prima di partire aveva chiesto – e ottenuto – assicurazioni dal governo sudafricano che avrebbe potuto ripartire indisturbato in qualunque momento lo avesse voluto.

Eppure, quando è arrivato l’ordine di arresto da parte della Corte Internazionale, i giudici sudafricani avevano imposto a Bashir di non lasciare l’hotel nel quale risiedeva in attesa di una decisione

Bashir però, quando lo ha ritenuto opportuno, è ripartito e lo ha fatto proprio mentre l’Alta Corte del Sudafrica era riunita e stava decidendo se arrestarlo o meno. Evidentemente il governo sudafricano e il presidente Zuma hanno deciso di scavalcare i giudici e nonostante il divieto a lasciare l’Hotel hanno consentito a Bashir di lasciare addirittura il paese.

Omar al Bashir: affossata la corte dell’Aja?

Una vera e propria violazione della giustizia internazionale perché il Sudafrica ha aderito al trattato di Roma che istituiva la Corte dell’Aja e non ha mai smentito la sua adesione. I giudici sudafricani dell’Alta Corte erano dunque tenuti ad eseguire l’arresto. Ma il potere politico ha scavalcato tutti.

Con questa decisione del Sudafrica di fatto viene affossata definitivamente la Corte Penale Internazionale che è già stata costretta a ritirare le accuse contro il presidente e il vice presidente del Kenya, anche loro accusati di crimini.

Del resto è tutta l’Africa che non riconosce la Corte e anzi la accusa addirittura di razzismo perché ha inquisito, processato e condannato solo personaggi africani. Una accusa questa che nasconde un ragionamento più torbido dei presidenti e uomini di potere africani che sanno bene che un giorno la Corte potrebbe accusare anche loro. Per questo motivo si tengono da conto l’appoggio e il sostegno del continente. Non molleranno mai un loro simile nelle grinfie della gisutizia della corte.

Di fatto con questa vicenda torna l’impunità che la Corte dell’Aja, con tutti gli errori e i difetti, comunque aveva combattuto.