Emergenza immigrati e falso mito dell’invasione: le cifre aggiornate

emergenza immigrati, istogrammi con le variazioni delle richieste di asilo

Pur se oscurato per alcune settimane dall’emergenza greca, il tema dell’immigrazione in Italia non si è placato, e anche le vicende delle resistenze di alcuni cittadini ai trasferimenti di immigrati da una struttura all’altra a Roma e Treviso , hanno contribuito a rinfocolarlo.

Non solo piccoli movimenti come Casapound, ma anche grosse forze politiche hanno basato la strategia e la comunicazione degli ultimi mesi quasi esclusivamente su questo problema.

Vi è un problema di efficienza, certamente, soprattutto riguardo le procedure e la velocità di rimpatrio di coloro che non hanno diritto a rimanere in Italia, anche per la tacita complicità delle autorità italiane che sperano che gli immigrati vadano verso altre destinazioni in Francia o Nord-Europa, evitando così costosi riconoscimenti, detenzioni nei CIE, e rimpatri.

Emergenza immigrati, nel 2014 meno di 100 mila i nuovi arrivi netti

Tuttavia se guardiamo alla presenza straniera in Italia, osserviamo che sono sempre meno gli stranieri che si aggiungono a quelli già presenti: il 2014 ha visto un crollo degli iscritti stranieri netti rispetto agli anni precedenti.

Nel 2012 come si vede vi era stata una differenza di 336 mila persone tra iscritti e cancellati, e quindi questo era stato l’aumento dell’immigrazione straniera nel nostro Paese

Nel 2013 l’aumento di migranti era stato di 527 mila persone, segnando un aumento, anche per l’anomalo numero di “nuovi iscritti”

 

L’anno scorso, nel 2014, è stata superata la soglia dei 5 milioni di immigrati residenti, tuttavia quelli nuovi erano stati solo 92 mila!

Un record negativo che non si toccava da decenni, una immigrazione quasi bloccata, a causa della crisi, dei trasferimenti di immigrati i altri Paesi europei e dei ritorni di alcuni ai Paesi di origine.

Come sappiamo infatti gli sbarchi a Lampedusa, certamente aumentati nel corso del 2014, sono solo una piccola minoranza degli arrivi in Italia, che sono sempre avvenuti con altri mezzi.

Emergenza immigrati, primo trimestre 2015, le richieste di asilo crescono meno in Italia che all’estero

Il 2014 e il 2015 sono stati segnati dall’arrivo di immigrati provenienti da aree in parte nuove, per esempio quelle colpite da guerre civili o emergenze umanitarie, come la Siria, l’Irak, l’Afghanistan, l’Etiopia, l’Eritrea.

Eurostat ha registrato quindi le richieste di asilo politico avanzate preso vari Paesi europei, e ha osservato che al primo trimestre 2015 erano state circa 185 mila, come nell’ultimo del 2014, e soprattutto ben l‘85% in più che nel primo trimestre del 2014, come possiamo vedere nella tabella Eurostat di seguito:

Un aumento considerevole quindi, ma nel caso dell’Italia? Ebbene da noi tra gennaio e aprile 2015 vi è stato una diminuzione di ben il 28% delle richieste di asilo rispetto al trimestre precedente, e un aumento del 47% anno su anno. Quindi un trend certamente inferiore a quello europeo.

Infatti le 15 mila richieste verso l’Italia sono praticamente pari a quelle alla Francia, meno di quelle avanzate verso l’Ungheria e molto inferiori alle 73 mila verso la Germania.

Se prendiamo le richieste per milione d’abitante, sono 1130 in Italia, contro le 7765 in Svezia, le 7245 in Ungheria, le circa 2600 in Danimarca e in Germania. Ricevono più richieste per abitanti anche Malta, Cipro, Austria, Paesi Bassi, Lussemburgo. Fa eccezione il Regno Unito con solo 485 richieste per milione di abitante.

Alcuni in Italia hanno inneggiato all’iniziativa ungherese di erigere un muro contro il confine serbo per arginare l’arrivo di migranti, per esempio kosovari,ma come si può vedere le situazioni non sono minimamente paragonabili: in Ungheria le richieste di asilo, quindi di accoglienza di immigrati che rimarrebbero poi sul territorio e non potrebbero essere rimpatriate, sono 7 volte quelle in Italia, considerato il numero di abitanti.

La situazione ungherese si vede anche nel seguente grafico in cui è riportato l’aumento di domande di asilo politico da un anno a questa parte: in Ungheria le domande sono più decuplicate, mentre come dicevamo l’aumento in Italia è stato inferiore sia alla media europea sia alla Germania

La Germania, appunto, il Paese la cui cancelliera è stata accusata di essere “insensibile” con la giovane profuga palestinese che si è messa a piangere dopo aver sentito Angela Merkel che spiegava la politica sull’immigrazione del governo, è anche quello che accoglie ogni anno più rifugiati, che hanno mandato 212.830 domande nei 12 mesi tra fine marzo 2014 e fine marzo 2015, e 179 mila solo nei primi 6 mesi del 2015.

La Germania è anche il Paese che ha concesso più asili politici rispetto alle decisioni prese sulle domande avanzate, il 42%, contro il 7% dell’Italia, che invece ricorre molto all’accoglienza per ragioni umanitarie, che però è una misura temporanea.

Questi sono i dati di un fenomeno che probabilmente tra alcuni anni vedrà un saldo negativo, poichè l’Italia sta perdendo la propria attrattività, e rimane solo come approdo di disperati che vorrebbero in realtà proseguire per altri Paesi europei.

Ed è questa la sfida che aspetta l’Italia, l’accoglienza, il salvataggio, l’espulsione di chi non si qualifica come profugo, non tanto però, probabilmente, la convivenza con un numero crescente di immigrati in arrivo, che non c’è, quanto quella con immigrati di seconda, e terza generazione, che però sono ormai a tutti gli effetti italiani.