Repubblica Ceca, migranti: Zeman accusa l’Occidente

Repubblica Ceca: il primo ministro Milos Zeman accusa gli Usa e l’Europa di aver determinato la crisi migratoria attualmente in atto con interventi più o meno “diretti” in Iraq, Libia e Siria.

Repubblica Ceca: Zeman e l’immigrazione

In particolare tre frasi, dell’ultima intervista rilasciata a Blesk.cz da Milos Zeman, primo ministro della Repubblica Ceca, sono destinate a far discutere. Riferendosi ai migranti presenti nel paese, senza mezzi termini, ha detto “nessuno vi ha invitato qui“, ma “adesso siete qui e dovete rispettare le nostre regole, come noi rispettiamo le vostre quando andiamo nel vostro paese“.  La conclusione logica dell’argomentazione non poteva che essere “se qui non vi piace ve ne potete andare“, nel senso di “potete tornare da dove siete venuti”.

Repubblica Ceca: le tensioni di Bela

Le parole sembrano riflettere i più bassi istinti umani, d’altra parte, il premier ceco, non è esploso a freddo: venerdì, nel campo profughi di Bela pod Bezdezem, nord del paese, circa 100 profughi hanno protestato contro la loro detenzione e hanno cominciato a devastare il centro dopo che Milan Chovanec, ministro degli Interni, aveva respinto la loro richiesta di essere trasferiti in Germania.

Domenica, sempre nel centro di Bela, le tensioni hanno costretto la polizia a usare i gas lacrimogeni. Sono poco più di 3mila i “clandestini” intercettati dalla polizia ceca nel 2015, la cifra è superiore quasi del 50% a quella rilevata nel primo semestre del 2014.

Repubblica Ceca: Zeman accusa Usa ed Ue

Tuttavia, Zeman ha anche evidenziato, senza fronzoli, la “causa” dell’emergenza immigrazione attualmente in corso: gli interventi militari dell’Occidente in Iraq, Libia e Siria e il conseguente rafforzamento delle organizzazioni terroristiche, non solo in Medioriente. “L’attuale crisi migratoria è radicata nello scellerato intervento degli Usa in Iraq” ha detto Zeman, aggiungendo che la volontà di “ristabilire l’ordine in Libia e in Siria” ha avuto come unico risultato quello di favorire il rafforzamento delle strutture terroristiche e “spingere la gente a scappare“. La colpa è degli Stati Uniti quindi, ma l’Europa non è da meno, visto che il suo ruolo è stato determinante per “coordinare le operazioni in Libia“.