Cosa succede se Budweiser e Peroni si mettono insieme?

Cosa succede se Budweiser e Peroni si mettono insieme? Andiamo per gradi. ABInBev, la prima società produttrice di birra al mondo (21% del mercato mondiale della birra) proprietaria di moltissimi marchi tra cui la Budweiser), sembra aver raggiunto un accordo con la seconda più importante società produttrice di birra al mondo (poco meno del 10% del mercato mondiale della birra), ossia la SABMiller (Peroni, Fosters, Grolsch etc.).

ABInBev sborserà 108 miliardi di dollari (quasi 68 dollari per azione) per concludere il più grande affare che il settore abbia visto nell’ultimo decennio e una delle più grandi fusioni della storia. Il “MegaBrew”, così è stato soprannominato l’accordo, creerà un “gigante” da 250 miliardi di dollari, secondo il Financial Times, che rappresenterà un terzo di tutte le birre vendute nel mondo (racchiuderà anche marchi iconici come Stella Artois, Corona, Pilsner Urquell).

In “rosso” i paesi dove ABI vende di più, in “giallo” quelli dove a vendere di più è la SAB, in “arancione” i paesi in cui a vendere di più sarebbe la società nata dalla fusione tra i due maggiori produttori di birra al mondo

ABInBev occupa una posizione dominate in Nord America, mentre SABMiller si sta affermando sempre di più in Europa orientale, Africa, India e Australia. Tuttavia, mentre il mercato della birra in America del Nord – stando ai dati dell’associazione Brewers – è sempre più stagnante (nell’ultimo anno le vendite della AB sono salite solo dello 0,5% negli Stati Uniti, che rappresenta il 30% dei suoi ricavi totali), d’altra parte, le vendite per la SAB – nel secondo trimestre dell’anno –  sono cresciute dell’11% in Africa e del 9% nell’area latinoamericana. In India, sempre la SAB ha aumentato del 15% i ricavi e del 9% le vendite. In breve, per continuare a crescere la ABI ha bisogno della SAB.