Moratti, cedute le quote ai figli. Il presidente avrà solo diritto di voto

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Massimo Moratti ha aperto il capitale dell’Inter ai suoi figli Angelo Mario e Giovanni Emanuele detto Gigio. Il presidente onorario, dopo il passaggio della quota di maggioranza del club nerazzurro ai soci indonesiani capitanati da Erick Thohir, deteneva circa il 30% dell’Inter attraverso Internazionale Holding, una società controllata al 98,1% dallo stesso Moratti mentre il restante 1,9% è di competenza di Cmc, società controllata da Moratti e dal suo ministro delle finanza Rinaldo Ghelfi.

Secondo quanto spiega un documento redatto dallo studio notarile Luca Barassi che Calcioefinanza.it ha potuto consultare, in data 6 maggio Moratti ha ceduto il 98,1% di Internazionale Holding, quindi di fatto la sua quota nell’Inter, alla Massimo Moratti Sapa, la società in accomandita con cui l’imprenditore controlla assieme ai suoi figli maschi il 25% della Saras, la società di raffinazione fondata da Angelo Moratti, il presidente della Grande Inter degli anni 60.

Quindi si tratta solo di un semplice passaggio di quote all’interno della società di famiglia? Sino a un certo punto. Nella Massimo Moratti Sapa, operativa dallo scorso ottobre, infatti Massimo Moratti non ha quote dirette se non un minuscola 0,001%. La nuda proprietà della società è suddivisa infatti tra i due figli Angelo Mario e Giovanni, mentre Massimo è usufruttuario di entrambe queste quote e quindi ha potere decisionale .

Insomma tecnicamente Moratti non ha quasi più azioni della società nerazzurra, anche se ne dispone di dirotto di voto. Un altro dettaglio interessante riguarda la valutazione di questa operazione. Nell’atto di compravendita di Internazionale Holding si specifica che l’unico cespite di questa società è la quota nell’Inter e che dopo una relazione redatta del professor Marco Lucchini la quota in Internazionale Holding oggetto della compravendita ha un valore non inferiore a 30,36 milioni. Non bisogna tuttavia fare il semplice ragionamento che se il 30% circa dell’Inter vale circa 30 milioni, ciò significa che l’intero club vale 100 milioni e non in 250 che erano stati usati come base di negoziazioni tra Moratti e i soci indonesiani

La cosa non è così semplice. Nella sua analisi il professor Lucchini spiega di aver individuato nel metodo patrimoniale puro il miglior modo di valutare l’operazione. Questo metodo consiste nel sottrarre all’attivo riespresso a valore correnti il passivo riespresso a valore correnti. Quindi i 100 milioni di cui sopra sono il risultato netto di questa sottrazione, mentre nella teoria finanziaria il valore di una società è calcolato sommando a questo risultato netto il debito finanziario. In questo senso sembra quadrare la cifra di 250 milioni di cui hanno scritto i quotidiani come il valore complessivo del club che è stata usata come base nella cessione dell’Inter a Thohir e ai soci indonesiani.

In collaborazione con Calcio & Finanza