Intelligenza artificiale: mancano le regole?

Rottamati e rottamatori, giovani e anziani, destra e sinistra: immaginatevi che tra qualche decina d’anni potrebbero tutti fare i conti con i computer. Non quelli delle votazioni alla Camera ma bensì vere e proprie intelligenze artificiali, in grado di prendere decisioni e perché no, governare al meglio un Paese.

Mentre la classe politica italiana continua ad occuparsi di questioni a breve termine e l’opinione pubblica s’interroga su chi ha sbagliato tra Belen, Selvaggia Lucarelli e Gianni Morandi, al di là dell’oceano stanno preparando il terreno per un futuro che può sembrare da fantascienza. La trama sembra per certi versi quella dei film interpretati dagli attori hollywoodiani, solo che il set questa volta è tremendamente reale: l’Università dell’Illinois di Chicago e i laboratori di Mountain View di Google.

 

Nella prestigiosa università americana è stato messo a punto un esperimento nel quale hanno sottoposto un computer, precisamente il ConceptNet 4 messo a punto dagli ingegneri del MIT di Boston, a un test per valutare il quoziente intellettivo dei bambini tra i 2 e i 7 anni. Il risultato è stato quantomeno sorprendente: l’intelligenza artificiale ha raggiunto un punteggio equivalente a quello ottenuto solitamente da un bambino di 4 anni. Il test era diviso in diverse categorie, come ad esempio “vocabolario”, “somiglianze”, “comprensione” e altre sezioni che mettevano alla prova le diverse capacità del candidato.

Il super computer ha ottenuto ottimi risultati nelle categorie basilari mentre i risultati sono andati scemando in quelle prove in cui erano richiesti processi cognitivi più elaborati e spesso dettati dall’esperienza. Stando alle parole degli esperti però, se questo esperimento fosse stato portato avanti 20 anni fa, il risultato del test sarebbe stato praticamente uguale a 0, ovvero il computer non avrebbe potuto affrontare una prova ideata per gli esseri umani. Oggi invece i computer ragionano come bambini di 4 anni e nessuno può dire quanto ci potrà volere perché la loro evoluzione continui fino ad arrivare a un livello di pensiero proprio dell’età adulta.

Facendo mente locale non sono mancati esempi in cui le macchine si sono dimostrate superiori all’essere umano a livello logico: basti pensare ad esempio al computer IBM Deep Blue, capace di sconfiggere niente meno che il Campione del Mondo di scacchi Garri Kasparov. Era il 1996 e una macchina era stata in grado di battere, anche se al secondo tentativo, il miglior giocatore “umano” di scacchi della storia. Ovviamente questo è un discorso tutto diverso, poiché il computer non avrebbe saputo offrire nessun tipo d’interazione oltre a quella richiesta per giocare a scacchi, ma era già l’inizio del percorso che sta portando la scienza a concepire computer sempre più intelligenti e in grado di sostituire l’uomo. Più recentemente un team di studiosi canadesi dell’Università dell’Alberta ha messo a punto “Cepheus” un computer in grado di sconfiggere qualsiasi tipo di avversario seduto al tavolo del poker online. Il formidabile computer sarebbe in grado di sbaragliare tutti i tipi di strategie di gioco, a patto che si pratichi la variante Texas Holdem e che il confronto avvenga con un avversario alla volta. La particolarità di “Cepheus” è proprio la capacità di imparare dagli errori, come farebbe un essere umano, e dunque di diventare sempre più forte col passare delle mani giocate.

Ma se queste vi sembrano applicazioni di scarso interesse o comunque difficilmente utilizzabili nella vita di tutti i giorni, dovreste pensare che a breve ci potrebbero essere delle app in grado di rispondere automaticamente alla mail che ricevete: non un semplice messaggio preimpostato, ma bensì un programma che analizza in testo della mail e fornisce una risposta appropriata al contenuto, in modo da velocizzare la gestione della posta per gli utenti. Il sistema è stato messo a punto da Google e ben presto potrebbe diventare uno dei nuovi must del mondo tecnologico, come lo è Siri per i possessori di prodotti Apple.

Sul tema però c’è molta preoccupazione, anche da parte di esponenti del mondo scientifico, che iniziano a intravedere qualcosa di pericoloso in questo percorso che porta le macchine a essere quasi totalmente in grado di sostituire gli esseri umani. Anche in celebre Stephen Hawking aveva espresso forti perplessità riguardo le AI, sostenendo addirittura che senza un adeguato controllo le macchine potrebbero arrivare a sopraffare l’uomo, poiché quest’ultimo è legato ai suoi limiti biologici.

Il futuro è adesso e bisogna tenere gli occhi aperti, bisogna studiare leggi e regole per indirizzare il progresso delle intelligenze artificiali. Nella speranza che, almeno loro, non finiscano a parlare di futilità sui social network.