Newey alla Ferrari. Ora si può fare

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Luca Cordero di Montezemolo è categorico: “Per la Ferrari, il massimo non è arrivare terzi”. Proprio la duratura crisi di risultati sta inducendo il n.1 di Maranello a corteggiare senza ritegno i direttore tecnico della Red Bull, Adrian Newey.

Non è una novità: la cotta di Montezemolo dura già da un paio d’anni, ma gli assalti della Ferrari non erano mai andati a buon fine. Ora la situazione è differente. E’ differente perché Newey cerca nuove sfide e la Ferrari gli proporrebbe, oltre alla direzione tecnica della gestione sportiva, la possibilità di disegnare e realizzare la Super GT. E’ differente perché Montezemolo ha promesso di costruire una struttura tecnica intorno a Newey. E’ differente perché Mattiacci e Allison non sono personalità così invadenti e l’attuale direttore tecnico Red Bull avrebbe infinita libertà di movimento. Adesso è  differente per tanti motivi e, visto che i soldi non sono un problema, l’ago della bilancia è proprio Newey.

Adrian Newey, inglese, classe ’58, inizia la propria carriera nel mondo delle corse nel 1980 ed approda in Formula 1 nel 1986 nel team FORCE per poi passare, quasi subito, alla March. Nel 1990 fu assunto alla Williams dove, con Patrick Head diede vita ad una vettura prodigiosa. Nel suo periodo alla Williams conquistò 4 titoli costruttori, ma divenne uno degli imputati per l’incidente di Senna. Nel 1997 passò alla McLaren e vi rimase dieci anni ad orchestrare i successi dei piloti finlandesi – da Hakkinen a Raikkonen – e nel 2006 giunse alla Red Bull dove il suo lavoro è già storia.

La voglia di rivalsa e la fame di successo alla Ferrari è tantissima e già si sprecano i paragoni con il 1996, quando arrivarono a Maranello Brawn, Byrne e Schumacher; chissà se l’arrivo di Newey porterà in dono anche un certo pilotino tedesco?