Sondaggi elettorali: Spagna, verso un nuovo stallo?

Sondaggi elettorali Spagna Pablo Iglesias leader di Podemos

Sondaggi elettorali: Spagna, verso un nuovo stallo?

La Spagna il 26 giugno tornerà alle urne, in uno scenario che si prospetta non molto dissimile a quello fuoriuscito dal voto del 20 dicembre scorso. A segnalarlo è lo studio condotto da Electograph, che raccoglie – in una media ponderata – tutti i sondaggi relativi alle intenzioni di voto effettuati dai maggiori istituti demoscopici iberici.

Secondo l’ultimo aggiornamento del 2 maggio, a guidare è ancora il Partito Popolare (PP) del premier uscente Mariano Rajoy, accreditato del 29.2%, un dato appena mezzo punto superiore a quello uscito dalle urne del dicembre scorso. Stando allo studio di Electograph, il PP ha risentito di un’oscillazione di circa 3 punti durante la febbrile fase delle consultazioni – senza esito, con la decisione del Re Felipe di indire nuove elezioni – sfondando quota 30% a gennaio per poi calare sino al 27.2% a fine febbraio e quindi riprendere gradualmente la risalita e stabilizzarsi nelle ultime settimane.

Il calo del PP ha coinciso con l’impennata registrata da Ciudadanos (C’s), che tra inizio e fine febbraio ha guadagnato oltre 2 punti e mezzo, passando dal 13.3% al 16%. Il partito guidato da Albert Rivera oscilla ormai da diverse settimane tra il 15.5 ed il 16.5%. L’ultimo calcolo di Electograph lo pone al 15.6%, in leggerissimo calo rispetto alle precedenti rilevazioni ma più di un punto e mezzo superiore al 13.9% registrato alle urne a dicembre scorso.

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La battaglia per il secondo posto – alle spalle del PP – sembra volgere ancora una volta a favore del Partito Socialista (PSOE). L’ultima analisi di Electograph lo pone al 20.9%, con oltre un punto e mezzo di vantaggio su Podemos, accreditata del 19.3%. In realtà entrambi cedono oltre un punto rispetto alle elezioni di dicembre: -1.1 per il PSOE (22% a dicembre), -1.4 per Podemos (20.7% a dicembre).

Le ultime settimane di consultazioni sembrano aver particolarmente zavorrato il partito guidato da Pedro Iglesias. Se ad inizio febbraio Podemos era accreditato addirittura del 21.4% – sorpassando il PSOE, dato al 21.2% – nelle settimane successive ha subito un brusco calo, scendendo sino al 18.2% di inizio aprile, per poi risalire.

Chi invece sembra in salita piuttosto costante è il fronte di sinistra alternativa Izquierda Unida-Unidad Popular (IU-UP). Se si eccettua un leggero calo nelle prime settimane successive al voto di dicembre, da metà gennaio è risalito progressivamente. Ad oggi è accreditato del 5.3%, più di un punto e mezzo in più rispetto alle ultime elezioni.

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Il vero dato politico, stando allo studio condotto da Electograph, resta però un altro. Le irrisorie oscillazioni registrate nei valori dei principali partiti evidenziano come in realtà gli spagnoli non abbiano alcuna intenzione di tornare indietro ed abbandonare il neonato sistema quadripartitico, sacrificandolo sull’altare di una più semplice governabilità.

In sostanza, l’elettorato non vuole sostituirsi ai partiti, rispedendo loro l’onere di cercare di trovare una quadra che faccia dimenticare ben presto lo spettacolo poco edificante – come sentenziato anche dagli stessi elettori – rappresentato dalle sterili consultazioni andate in scena negli ultimi mesi.