Elezioni Berlino, Merkel ancora sconfitta. Cresce la destra

Angela Merkel

Sono tempi duri per la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo partito, la Cdu. Dopo le sconfitte in altre tre elezioni locali, ieri per il primo partito di centrodestra tedesco è arrivata un’altra batosta che gli farà perdere il controllo di Berlino. Sebbene il crollo rispetto alle elezioni del 2011 riguardi anche i socialdemocratici (Spd), questi ultimi hanno ottenuto il maggior numero di voti (360 mila) e il maggior numero di seggi (38) nel Senato della capitale. Come ha notato il corrispondente del Guardian da Berlino, Philip Oltermann, quello di ieri è il peggior risultato dei due più grandi partiti tedeschi a Berlino. La Cdu di Angela Merkel è infatti scesa sotto il 20%, al 17,5%, perdendo circa 6 punti percentuali rispetto al 2011 (23,3%) mentre la stessa Spd ha fatto registrare un calo ancora maggiore (-6,7%) dal 28,3% di cinque anni fa, ottenendo il 21,6%. I cristianodemocratici perderanno così il controllo della capitale precedentemente governata con una Große Koalition e adesso il sindaco uscente Spd, Michael Müller, dovrà formare un governo di coalizione con gli altri partiti di sinistra. “E’ un giorno triste per i partiti popolari” ha commentato in serata il ministro della Cultura Monica Grütters (Cdu).

Elezioni Berlino, l’avanzata di Alternative für Deutschland

Oltre a Spd e Cdu, rispettivamente primo e secondo partito, al terzo e quarto posto si sono posizionati due partiti alla sinistra dei socialdemocratici: Die Linke (15,7%) in crescita rispetto all’11,7% del 2011 e i Verdi (15,1%) in calo di due punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Continua invece, l’avanzata del partito populista Alternative für Deutschland (Afd) di Frauke Petry che ottiene una percentuale a due cifre al primo colpo (nel 2011 il partito non esisteva): 14,1% e 25 seggi. Infine, rientrano in Parlamento anche i liberali (Fdp) con il 6,7% e 12 seggi. L’assemblea metropolitana è formata da 160 seggi e per avere la maggioranza ne sono necessari almeno 81. Non sarà quindi più possibile formare un governo di grande coalizione solo tra Spd e Cdu perché l’unione dei seggi ottenuti dai due maggiori partiti si attesta a quota 69. Così le coalizioni possibili sono tre: 1) un governo di coalizione Spd-Cdu con l’aggiunta dei Verdi (96 seggi) o dei liberali (81 seggi) oppure uno tra le forze di sinistra Spd-Linke-Verdi (92 seggi). Quest’ultima opzione, al momento, sembra la più probabile.

 

(Fonte:Bild)

La crisi di Angela Merkel

Quella di ieri è la quarta sconfitta consecutiva per la Cdu di Angela Merkel in elezioni locali, dopo quelle in Baden-Württemberg, Nord-Reno Westfalia e Meclemburgo-Pomerania. Questo trend appare ancor più sorprendente se pensiamo che, alle elezioni federali di soli tre anni fa, il centrodestra (CDU/CSU) non ottenne la maggioranza assoluta al Bundestag per soli 5 seggi, condannando Angela Merkel ad un governo di coalizione con l’Spd del vicecancelliere Sigmar Gabriel. La Cancelliera risente della scelta molto significativa di far entrare nel 2015 quasi un milione di profughi siriani in Germania. Quello di Berlino era l’ultimo voto locale prima del Congresso della Cdu di dicembre, quando Merkel dovrà decidere se ricandidarsi alle politiche del prossimo anno. Nonostante le ultime batoste elettorali, il partito sembra stringersi intorno alla Cancelliera che ha incassato nei giorni scorsi il sostegno dei cinque vicepresidenti della Cdu.

Dall’altra parte esulta ancora una volta l’Afd, il partito populista, euroscettico e, a tratti, xenofobo guidato dall’emergente Frauke Petry. Il sindaco uscente Müller aveva avvertito sabato scorso che un buon risultato di Afd “sarebbe stato visto in tutto il mondo come il segno della rinascita della destra e del nazismo in Germania”. Il portavoce federale del partito Jörg Meuthen ha parlato ieri sera di “vittoria storica in una città così di sinistra”. Da sottolineare anche il risultato più che positivo del partito di sinistra Die Linke che ha puntato molto sui giovani e sull’opposizione dura e pura ai trattati commerciali transatlantici con Canada (CETA) e Stati Uniti (TTIP).

@salvini_giacomo