Sondaggio Demos, gli italiani non credono più nel nostro calcio

Serie A

Quattro italiani su dieci si dicono tifosi di una squadra di calcio. Ma a ben vedere negli ultimi 6 anni, il trend dei tifosi è crollato di 14 punti percentuali. A rilevarlo è “l’Atlante del tifo” che viene realizzato ormai dal 2005 da Demos, l’istituto demoscopico diretto da Ilvo Diamanti. Nel sondaggio di quest’anno, realizzato per Repubblica, appare chiaro come il calcio sia lo sport più seguito a livello nazionale con il 38% degli italiani che si definisce “tifoso” nonostante una certa insoddisfazione e, potremmo dire, delusione nei confronti del calcio “pulito” di una volta. La squadra più amata e, allo stesso tempo, più odiata è di gran lunga la Juventus, croce e delizia del nostro paese.

Se il calcio rappresenta ancora oggi lo sport più “tifato” dagli italiani (38%) seguito da motociclismo (35%), Formula 1 (34%) e Pallavvolo (32%), la percentuale dei tifosi è in costante caduta dal 2010 ad oggi. Sei anni fa, infatti, più di un italiano su due (52%) si definiva “tifoso” mentre oggi solo un cittadino su quattro segue attivamente il calcio (-2% rispetto allo scorso anno). Nel corso del tempo è cambiata anche la composizione del “tipo di tifoso”: i “militanti” sono il 10% in più rispetto a sei anni fa (53-43%), è rimasto stabile il numero di tifosi “caldi” (31%) mentre i tifosi “tiepidi” sono il 10% in meno (26-16%).

 

Circa il 15% degli italiani infatti si definisce un “ex-tifoso” e, contrariamente a quel che si possa pensare, la maggior parte di essi non fa parte della schiera dei sostenitori “tiepidi” ma il 42% degli ex tifosi erano veri e propri “militanti”. La ragione principale di questo abbandono va ricercata nella “delusione” nei confronti del “sistema calcio” (57%), mentre solo un 7% di ex tifosi ha abbandonato questo sport per i risultati deludenti della propria squadra.

Pesa molto il fattore della “pulizia” all’interno del nostro calcio: un tifoso italiano su due oggi pensa che il nostro campionato sia più condizionato dalle scommesse rispetto a 10 anni fa, mentre quasi uno su quattro pensa la stessa cosa della corruzione e il 31% della criminalità organizzata. Solo una sparuta minoranza (20%) crede che il nostro campionato oggi sia “credibile e pulito”. Così, spesso, ci si rifugia negli altri campionati europei considerati più liberi da qualsiasi forma di condizionamento: il 47% dei tifosi italiani (in calo rispetto al 2015) ritiene il nostro campionato “interessante” ma “altri campionati lo sono molto di più”. Per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni calcistiche, è in lieve crescita rispetto all’anno passato quella nei confronti degli arbitri (57%) mentre il neo Commissario Tecnico della Nazionale, Giampiero Ventura, è considerato inferiore (52% dei tifosi ha fiducia in lui) rispetto al suo predecessore, Antonio Conte (67% nel 2015). Molto bassa, invece, è la fiducia dei tifosi nei confronti delle istituzioni calcistiche come la Figc (34%), la Lega Calcio (32%) o il Presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio (27%).

L’unica squadra di calcio che può davvero dirsi “nazionale” è la Juventus, sostenuta dal 34% dei tifosi italiani. Seguono a ruota le milanesi – Inter e Milan (14%) –, il Napoli (13%) e la Roma (7%). Fiorentina e Lazio, infine, sono seguite dal 2% dei tifosi italiano, per lo più a livello locale. Solo la Vecchia Signora, sottolinea Ilvo Diamanti, raccoglie sostenitori in tutte le zone d’Italia.

La Juve, però, è anche la squadra più odiata della nostra Penisola: ben il 51% dei tifosi (in grande crescita, +8%, rispetto al 2015) non vede di buon occhio la squadra allenata da Massimiliano Allegri. Seguono l’Inter di Frank De Boer (23%) e il Milan di Vincenzo Montella (11%). Nella composizione del “tifo contro” vengono enfatizzate le principali rivalità delle tifoserie italiane: storica è quella tra Inter e Juve che si scontrano nel cosiddetto “derby d’Italia” e quella tra Napoli e Juve, rilevata però solo nella tifoseria partenopea.

 

NOTA INFORMATIVA

Il sondaggio è stato condotto da Demetra (mixed mode CATI-CAMI) nel periodo 12 – 15 settembre 2016. Il campione nazionale intervistato (N=1.324, rifiuti/sostituzioni: 11.280) è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza. I dati sono stati ponderati in base al titolo di studio (margine di errore 2.7%).

@salvini_giacomo