Venezuela: Usa accusa vicepresidente di avere rapporti con i narcotrafficanti

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Venezuela: Usa accusa vicepresidente di avere rapporti con i narcotrafficanti

A poco più di tre settimane dall’insediamento di #Donald Trump alla Casa Bianca, arrivano le prive (vere) scintille tra Usa e Venezuela. Il governo statunitense ha infatti messo sulla lista delle persone relazionate con il narcotraffico Tareck El Aissami, attuale vicepresidente del #Venezuela. Secondo l’Ofac (Office of Foreign Assets Control ), El Aissami avrebbe “un ruolo importante nel traffico internazionale della droga”.

El Aissami avrebbe avuto un ruolo decisivo nell’invio di grandi quantità di droga dal Venezuela e di aver protetto vari trafficanti tra cui il boss colombiano Daniel Barrera e il narcotrafficante venezuelano Hermágoras González Polanco. Inoltre, El Aissami sarebbe in contato anche con i cartelli della droga in Messico.

Ma non sono solo gli Stati Uniti ad attaccare El Aissami. Anche il presidente della Colombia Manuel Santos ha denunciato il politico venezuelano per i suoi presunti rapporti con il leader del cartello di Guajira.

Venezuela: la risposta via social

Il numero due del governo venezuelano ha scelto Twitter per rispondere alle accuse della Ofac. “Di fronte all’infamia e all’aggressione imperialista: – ha scritto El Aissami sul social – “1- Morale intatta – 2 Più fermezza antimperialista 3 – Più coscienza chavista”.

Venezuela: chi è Tareck El Aissami?

Di origine siriana-libanese, El Aissami è considerato da molti il vero erede di Hugo Chávez. Durante gli studi l’attuale viceministro conosce Adán Chávez, fratello dell’ex presidente Hugo, e inizia a interessarsi alla politica già negli anni dell’università.

Nel 2007 entra al Ministero degli Interni, con la carica di viceministro, per poi occupare il posto di ministro. Nei cinque  anni passati al Ministero degli Interni, in realtà, El Aissami arresta numerosi boss del narcotraffico, assestando un duro colpo al traffico di droga. Sono tante però le ombre su questo personaggio. Nel 2014 il The Wall Street Journal lo accusa di terrorismo internazionale, denunciando gli opachi rapporti finanziari tra Venezuela e Medio Oriente e, sempre nello stesso anno, è il governo statunitense ad attaccare l’attuale vicepresidente venezuelano, accusandolo di aver fornito passaporti a membri di Hamas e Hezbollah.