Israele minaccia Hamas, tensione in Medio Oriente

Hamas la pagherà”, minaccia Netanyahu. “Ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno” risponde Hamas. In Medio Oriente la tensione è altissima dopo il ritrovamento, ieri pomeriggio, dei corpi di Naftali Frenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach, i tre adolescenti israeliani rapiti lo scorso 12 giugno. I ragazzi sono stati uccisi subito dopo il rapimento.

La prima risposta da parte di Tel Aviv è scattata poche ore dopo. Nella notte Israele ha colpito 34 obiettivi nella Striscia di Gaza. Un palestinese è morto nel corso di un’operazione condotta dall’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. A Gaza è massima allerta. Haaretz ha riferito che molte fazioni palestinesi sono in allarme e si preparano a un attacco da parte di Israele. Tre razzi sparati da Gaza hanno colpiti il territorio israeliano.

Mentre continua la caccia due presunti responsabili del rapimento (Amar Abu Ayash e Marwan Kawasmeh sonospariti subito dopo il rapimento) il timore è che la morte dei tre ragazzi possa scatenare una operazione militare su vasta scala. Una fonte della sicurezza israeliana citata dal Jerusalem Post ha dichiarato che “se l’obiettivo di Hamas è intensificare lo scontro, noi risponderemo di conseguenza”.

Durissime le parole arrivate dal governo di Tel Aviv. “Hamas la pagherà” ha tuonato il premier Benjamin Netanyahu. Il viceministro della Difesa Danu Danon ha detto che “la fine tragica dei tre ragazzi deve essere anche la fine di Hamas”. Per il ministro dell’Edilizia Uri Ariel “i terroristi vanno colpiti senza pietà”. “Migliaia di soldati e di agenti sono mobilitati contro Hamas e per catturare gli assassini di Eyal, Gilad e Naftali” ha avvertito il capo di Stato Maggiore, Benny Gantz. Il ministro dell’ Economia Naftali Bennett ha scritto che “gli assassini di bambini e coloro che li guidano non possono essere perdonati: ora è tempo di azioni, non di parole”.

La pressione è forte anche sul presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen. “È chiaro che questi terroristi sono venuti da aree sotto il controllo dell’Autorità Palestinese e sono tornati in territori sotto il controllo dell’Autorità Palestinese” ha dichiarato un portavoce del primo ministro israeliano. Netanyahu potrebbe sfruttare l’onda emotiva scatenata dall’assassinio dei tre adolescenti per spingere Abu Mazen a rompere il patto di unità nazionale siglato con Hamas poche settimane fa. L’Anp si è rivolta a Unione europea e Stati Uniti affinché entrambi convincano Israele a non procedere con una “un’operazione militare di vendetta”.

Hamas ha sempre negato il proprio coinvolgimento nel rapimento e nelle scorse ore ha accusato Israele di “costruire montagne di bugie al fine di montare un’offensiva contro di noi sebbene nessun gruppo palestinese, e tantomeno noi, abbia rivendicato questa azione”. Al contrario, Israele starebbe usando questa storia per “fare la guerra ai palestinesi”. Hamas ha annunciato che se attaccata non resterà con le mani in mano: “ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno”.