Ebola: una bomba pronta a esplodere sull’Africa. E non solo…

Smentendo le rassicuranti previsioni istituzionali, sia in Africa che in Europa, la diffusione del virus di Ebola continua a raggiungere confini e territori sempre più avanzati, e non solo in Africa.

Considero le valutazioni rassicuranti fuori luogo, forse dettate da un tentativo di non allarmare la popolazione. Il fatto è che purtroppo Ebola è un virus con un alto potere di contagio che finora si è manifestato in regioni remote, poco abitate, di foresta pluviale. Territori che erano facilmente controllabili e sui quali si poteva realizzare una sorta di cordone sanitario che impedisse il propagarsi del contagio. Sierra Leone, Guinea e Liberia sono invece paesi con densità abitative più alte e inoltre il virus si è manifestato a Freetown, a Monrovia, a Conakry.

Le città africane sono il regno della promiscuità, dei contatti ravvicinati, dei mezzi pubblici e privati stipati all’inverosimile. In più gli sterminati slum di cui sono costituite le metropoli africane sono un terreno di coltura nel quale Ebola può creare una catastrofe.

Photo by DFID – UK Department for International DevelopmentCC BY 2.0

Queste condizioni oggettive rendono impossibile fare cordoni sanitari, isolare delle zone e trattare i malati in modo che non diventino delle bombe batteriologiche. Il modo per affrontare questa epidemia di Ebola – che molti definiscono già fuori controllo – sarebbe quello di chiudere le frontiere, di impedire, o almeno limitare al massimo, gli spostamenti all’interno delle città e da queste verso l’esterno, di trattare i malati in ospedali attrezzati e in grado di produrre le necessarie condizioni di isolamento e sterilità.

Chi conosce l’Africa sa che tutto questo è impossibile. Chi conosce Freetown, Monrovia e Conakry sa che ci sarebbero rivolte e disordini. Passare le frontiere, fare del piccolo contrabbando è una questione vitale per le popolazioni di questi paesi.

Seguendo le notizie ufficiali si ha l’impressione che le autorità sanitarie dell’OMS, dei paesi interessati, dei paesi a rischio e dell’Europa siano in qualche modo in conflitto tra chi vorrebbe provvedimenti drastici e chi non se la sente di ordinarli e di farli rispettare. Così Ebola avanza.

Il ministro degli esteri britannico ha detto che il virus è una minaccia per il paese e ha convocato un comitato di emergenza denominato “Cobra” per fare fronte alla situazione. Le autorità sanitarie europee hanno minimizzato: “Siamo attrezzati ad affrontare qualunque situazione anche se le probabilità che il virus arrivi da noi sono minime” – hanno detto.

In questa lotta improba c’è già un eroe: Omar Khan, il medico della Sierra Leone in prima linea nel tentativo di fermare la diffusione del virus Ebola e che invece lo ha contratto ed è morto, nonostante le cure di un team di Medici Senza Frontiere. L’impressione è che questa volta siamo solo all’inizio di una epidemia che potrebbe rivelarsi una sorta di bomba batteriologica in procinto di scoppiare sull’Africa… e non solo.

Immagine in evidenza: photo by NIAIDCC BY 2.0