Mose, il Riesame di Venezia conferma il carcere per Giancarlo Galan

Nessuna novità per Giancarlo Galan. Il Tribunale del Riesame di Venezia, dopo quattro ore di camera di consiglio, ha respinto le richiesta della difesa dell’ex governatore veneto, che chiedeva la scarcerazione o il trasferimento del suo assistito agli arresti domiciliari.

UNA BUONA NOTIZIA – Per Giancarlo Galan arriva però anche una buona notizia. Il Tribunale del Riesame ha contestualmente respinto le contestazioni fatte dal Gip nei suoi confronti per i fatti antecedenti al 22 luglio 2008, tra cui i finanziamenti per le campagne elettorali, altre dazioni, e i lavori per il restauro della villa dell’ex Governatore. Accolta invece la parte per i presunti illeciti attribuiti all’ex ministro dopo il 22 luglio 2008.

RESTA IN CARCERE – Giancarlo Galan dunque resta in carcere, dopo che la Camera ha approvato il suo arresto lo scorso 22 luglio – con ben 395 voti a favore, 138 contrari e 2 astenuti – dopo vari rinvii e nonostante l’appello dell’ex governatore, che chiedeva di essere in presente in Aula al momento del voto. Da allora Giancarlo Galan – che nel frattempo, amareggiato, ha annunciato il proprio addio alla politica – è rinchiuso nel carcere di Opera, alle porte di Milano, con l’accusa di aver ricevuto fondi illeciti per milioni di euro dal “Consorzio Venezia Nuova” nell’ambito della realizzazione delle opere del Mose.