Sondaggi politici Ipsos: in calo gli italiani che hanno nostalgia della Lira

Sondaggi politici Ipsos: in calo gli italiani che hanno nostalgia della Lira

L’ultimo sondaggio di Ipsos per il Corriere della Sera approfondisce il sentiment degli italiani sulle istituzioni europee visto l’acuirsi dello scontro con il governo sui contenuti della manovra. La preoccupazione di Bruxelles sulla tenuta dei conti pubblici, analizza l’istituto di Nando Pagnoncelli, divide il paese.

Infatti, il 40% sta con l’esecutivo giallo-verde, mentre il 39% ritiene la situazione finanziaria dell’Italia a rischio. Come era facile aspettarsi, gli elettori di 5 stelle e Lega non ritengono credibili le critiche Ue; in parallelo, a essere più critici sono quelli dei partiti di opposizione. La divisione, però, appare più profonda; ciò perché “i più giovani, le persone più istruite e i ceti dirigenti e impiegatizi appaiono più inclini a condividere i timori Ue” sottolineano da Ipsos.

Sondaggi politici Ipsos: 54% a favore di un accordo

Da sottolineare a questo punto che il 54% degli italiani pensa che il governo debba trovare un accordo con l’Ue sulla concessione di maggiore flessibilità ma senza mettere a repentaglio l’economia. Solo il 18% sostiene che il governo dovrebbe ignorare le indicazioni di Bruxelles. D’altra parte, solo il 15% pensa che l’Italia debba rispettare gli impegni presi con l’Europa.

Detto ciò, si arresta il calo di fiducia nelle istituzioni continentali: ad oggi è stimato da Ipsos nella misura del 38%, lo stesso valore di 20 mesi fa. Stabile anche la percentuale dei favorevoli all’uscita dell’Italia dall’Ue: nel caso in cui si tenesse un referendum sul tema, soltanto un elettore su 4 voterebbe per l’Italexit. D’altra pare, calano gli italiani che vorrebbero tornare alla Lira: in 12 mesi passano dal 34% al 27%, diametralmente, da ottobre 2017, i pro-euro salgono a quota 61% (+8%).

Per riassumere con le parole dell’Ad di Ipsos Pagnoncelli: “l’Europa, per quanto ammaccata, continua a rappresentare un valore e l’auspicio di molti è di sostituire coloro che attualmente sono ai vertici delle istituzioni e che vengono considerati avversari politici”.

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