Mercato dei giocattoli, chi ne esporta ed importa di più in Europa – infografiche

Mercato dei giocattol: la Cina regna padrona ma anche dalla UE si esporta. Al primo posto c’è la Repubblica Ceca, seguita dalla Germania.

Mercato dei giocattoli, chi ne esporta ed importa di più in Europa - infografiche
Mercato dei giocattoli, chi ne esporta ed importa di più in Europa – infografiche

È tempo di Natale, e praticamente tutti i bambini hanno ricevuto in dono dei giocattoli. Come sappiamo moltissimi sono prodotti in Cina e nel resto dell’Asia.

Il che spesso ingenera polemiche o preoccupazioni per la sicurezza dei prodotti, per il materiale con cui sono composti.

Tuttavia anche in Europa si producono giocattoli, e in alcuni Paesi più che in altri. E si esportano pure all’estero.

Forse pochi sanno che non è la Germania il più grande esportatore di giocattoli in Europa, ma la Repubblica Ceca, che vende fuori dalla UE, soprattutto in Svizzera, USA, Russia, 355 milioni i giochi. La Germania è seconda, con 304 milioni. Insieme formano quasi metà dell’export europeo.

L’Italia viene molto dopo con 75 milioni, comunque davanti alla Francia e alla Spagna, ma dietro a Belgio e Regno Unito, che superano i 100 milioni. Il dominio ceco è però in calo. Infatti osservando nella nostra infografica cosa è avvenuto nel tempo vediamo che nel 2015 l’export dalla Repubblica Ceca ha raggiunto i 631 milioni. C’è stato un crollo nel frattempo. Mentre i numeri dell’Italia, per quanto più piccoli, sono rimasti stabili o sono leggermente migliorati

Mercato dei giocattoli, gli inglesi ne importano più di tutti – infografiche.

I bambini inglesi giocano più dei tedeschi? Forse, ad osservare i dati sulle importazioni di giocattoli. Il Regno Unito batte tutti con quasi 2 miliardi di prodotto importato, mentre i tedeschi sono a poco più di un miliardo.  In realtà in Germania si consuma molto più prodotto realizzato in loco.

È evidente però che gli europei in generale nel mercato dei giocattoli siano in deficit, ne esportano molto meno di quanto ne importano. E l’86% viene dalla Cina.

L’Italia ne importa 507 milioni: tanti, ma meno che Francia, Spagna, Belgio. Segno che c’è una produzione e un consumo autoctono anche nel nostro Paese. In questo caso c’è una certa stabilità negli ultimi anni, ma un calo di circa 80 milioni dal 2008, anno precedente alla crisi.

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