Pensioni ultime notizie: turnover Quota 100, Damiano contro la Bongiorno

Sul fronte pensioni ultime notizie riportano l’attacco di Cesare Damiano al ministro della PA Giulia Bongiorno sul turnover di Quota 100.

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Pensioni ultime notizie: turnover Quota 100, Damiano contro la Bongiorno

Sul tema pensioni ultime notizie riportano il punzecchiamento di Cesare Damiano nei confronti del ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno sul turnover professionale che dovrebbe esserci in diversi comparti. Per l’ex presidente della commissione Lavoro alla Camera, la soluzione potrebbe essere molto più semplice di quanto la Bongiorno fa sembrare. Argomento centrale del discorso è l’emorragia dei posti di lavoro che rischia nel prossimo triennio la pubblica amministrazione, soprattutto se mal compensata dalle nuove entrate (ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo). Nuovi ingressi che, in alcuni settori, sono fossilizzati fino al 15 novembre a causa del blocco del turnover.

Pensioni ultime notizie: cosa ha detto Damiano alla Bongiorno

“Se il ministro Giulia Bongiorno prevede che nel 2019 ci saranno 250 mila lavoratori che lasceranno la Pubblica amministrazione per andare in pensione, cosa largamente prevedibile e da noi più volte denunciata, perché non coglie l’occasione per assorbire gli idonei e i vincitori di concorso rimasti finora esclusi a causa del blocco del turnover?”.

L’esponente Dem solletica la rappresentante del governo sulle possibilità attualmente al vaglio per favorire il ricambio generazionale e professionale indispensabile dopo i vari pensionamenti e prepensionamenti (Quota 100) in arrivo.

Pensioni ultime notizie: turnover Quota 100: “Perché non usare le graduatorie?”

 “Le predette graduatorie”, ha proseguito Damiano come riporta Ansa, “sono finora sopravvissute al taglio previsto dall’ultima Legge di Bilancio e andranno in scadenza, per una buona parte, a settembre 2019”. Altra affermazione che porta a un’accusa diretta al ministro Bongiorno e all’azione dell’attuale governo. “Anziché risolvere i problemi storici delle Pubbliche Amministrazioni tramite l’utilizzo dello strumento più rapido ed economico, ovvero le graduatorie, il ministero della PA ha preferito la strada dell’ingiustizia e dell’illogicità tagliando una parte di quelle vigenti”. Con tutto questo, ha aggiunto, non si tiene conto di come sia possibile spendere altre risorse per nuovi concorsi, visto il loro costo importante.

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